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La coltivazione del pioppo non è solo una fonte di reddito, ma aiuta a salvaguardare l’ambiente

Un ettaro di pioppeto, pari a circa 300 piante, è in grado di assorbire 18 tonnellate di CO2 in un anno. Nasce in Pianura Padana il progetto di pioppicoltura sostenibile per compensare le emissioni di gas serra.

Un progetto di pioppicoltura sostenibile in Pianura Padana finalizzato a contrastare concretamente i cambiamenti climatici e a compensare le emissioni di gas serra nei territori più prossimi ai principali siti logistici di stoccaggio e movimentazione dei prodotti a marchio Conad. È quello a cui hanno dato vita Conad, la più grande organizzazione italiana di imprenditori indipendenti del commercio al dettaglio, e Cpr System, distribuzione e logistica, insieme a Pefc Italia, l’associazione che costituisce l’organo di governo nazionale del Programma di Valutazione degli schemi di certificazione forestale.

Le due aziende annunciano in una nota di aver calcolato l’impatto ambientale della gestione logistica dei pallet Cpr System impiegati per movimentare i prodotti a marchio Conad quantificandolo per il 2017 in 2.376 tonnellate di CO2 e hanno affidato a Pefc Italia l’identificazione di imprese agricole capaci di assorbire attraverso le proprie piantagioni di pioppi un quantitativo di CO2 equivalente a quello calcolato. Il progetto rende concreta la neutralizzazione nel corso di 12 mesi dei gas serra così determinati, l’Istituto sperimentale di pioppicoltura di Casale Monferrato (Alessandria), infatti, ha calcolato che un ettaro di pioppeto di 300 piante è in grado di assorbire 18 tonnellate di CO2 annualmente.

Con questa iniziativa, afferma Andrea Mantelli, responsabile supply chain di Conad, ”ci facciamo promotori di pratiche gestionali sostenibili, in grado di ridurre l’inquinamento da fertilizzanti e pesticidi e compensare l’anidride carbonica generata dalla movimentazione dei nostri prodotti a marchio, generando ricadute significative a livello ambientale, economico e sociale sul territorio”.

Le aziende agricole che partecipano al progetto, tutte collocate in Piemonte e Lombardia, sono coordinate dall’Associazione produttori forestali e agroalimentari Foragri.

(ANSA)

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