Da 30 anni la Francia fa della Polinesia il proprio laboratorio nucleare, testando fra gli atolli decine e decine di esperimenti atomici. Le conseguenze sanitarie e ambientali dei test sono state nascoste a lungo dall’esercito francese
Della serie: quelli che danno lezioni all’Italia…
(La Stampa)
Per la seconda volta in due anni, la Polinesia denuncia la Francia per crimini contro l’umanità, in relazione ai 193 test nucleari realizzati nell’arcipelago in 30 anni, che secondo le autorità polinesiane sono responsabili della morte e delle malattie di decine di migliaia di persone. All’origine del procedimento aperto presso la Corte penale internazionale (Cpi), con sede all’Aja, c’è l’ex presidente indipendentista Oscar Temaru, in lotta contro il «colonialismo nucleare» subito dalla Polinesia francese, in particolare gli atolli di Mururoa e Fangataufa, scelti da Parigi per attuare campagne di test. Il quotidiano francese Le Monde riferisce di 193 test nucleari attuati nei due atolli, di cui 12 «prove di sicurezza» – durante le quali si verifica che le bombe non esplodono se non sono armate – 46 nell’atmosfera e 147 sotterranee, con esplosioni in profondità o trivellando il terreno.
«I test nucleari francesi sono il risultato diretto della colonizzazione. Diversamente da quanto sostiene la Francia, ci sono stati imposti con la minaccia diretta di insediare un potere militare se ci fossimo rifiutati» ha dichiarato Temaru davanti alla Commissione Onu specializzata sulla decolonizzazione. «Lo dobbiamo a tutte quelle persone decedute in conseguenza del colonialismo nucleare. La nostra denuncia riguarda tutti i presidenti francesi in carica a partire del 1966, ancora in vita oggi» ha aggiunto il leader del partito Tavini Huira’atira, che all’inizio del 2018 ha lanciato una petizione popolare sulle responsabilità dello Stato francese per tutti i «danni sanitari, ambientali, culturali, economici e sociali» dei suoi test in Polinesia.
Nel 2013 circa 400 documenti sono stati declassificati, ma le conseguenze ambientali e sanitarie dei test sono state nascoste a lungo dall’esercito francese. In Polinesia decine di migliaia di persone sono state esposte alla radioattività, notoriamente responsabile di tumori e leucemie, ma finora solo una ventina di persone sono state risarcite su un migliaio di casi già denunciati. Due anni fa la Francia è già stata denunciata dalla Chiesa protestante di Polinesia con le stesse accuse, ma finora senza alcun risultato. La stampa francese sottolinea che anche questa seconda denuncia cadrà probabilmente nel vuoto: la Cpi è competente solo per i crimini gravi e ripetuti commessi dopo il 1 luglio 2002. Il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha invece il potere di rivolgersi al procuratore della Cpi per fatti anteriori.
Nel 1966, anno del primo test, il generale De Gaulle ha assistito all’esplosione di un ordigno sei volte più potente di quello lanciato su Hiroshima. Nel 1998 la Francia ha firmato e ratificato il trattato di divieto totale degli sperimenti nucleari. Da allora l’Agenzia internazionale dell’energia atomica (Aiea) sta monitorando i livelli di radioattività a Mururoa e Fangataufa.