Sono stati presentati in una videoconferenza oggi, mercoledì 22 giugno 2022, i risultati della ricerca
realizzata dall’Eurispes sul sughero, una delle principali risorse naturali della Sardegna che per decenni
ha rappresentato uno dei fattori trainanti dell’economia della Regione. Intitolata “Le foreste di sughero:
risorsa ambientale, turistica e industriale”, la ricerca è stata ideata con lo scopo di sondare i diversi
aspetti, quindi non solo di natura economica, dell’importanza che il sughero ha avuto sul tessuto
economico e sociale dell’Isola. Il sughero in Sardegna non è stato solo una materia prima da destinare
alla produzione industriale, ma anche una risorsa di cui soprattutto oggi si iniziano a scoprire con
maggiore consapevolezza i possibili benefici sotto la duplice prospettiva della tutela ambientale e della
promozione turistica. La ricerca intende dare, inoltre, risposta a un’altra esigenza: individuare le difficoltà
e le potenzialità della foresta da sughera che non è stata risparmiata dalla crisi.
Alla presentazione della ricerca hanno preso parte il Presidente dell’Eurispes, Gian Maria Fara, il
Sindaco di Tempio Pausania, Gianni Addis, gli Assessori della Regione Sardegna, Andrea
Biancareddu (Pubblica Istruzione e Beni Culturali) e Giuseppe Fasolino (Programmazione e Bilancio),
il responsabile Ricerca e Innovazione del Centro Regionale di Programmazione, Fabio Tore, il
coordinatore scientifico della ricerca e componente del Comitato Scientifico della sede regionale
dell’Eurispes, Giovanni Tendas, il collaboratore scientifico della ricerca, Antonio Carta, e il
responsabile scientifico della ricerca, Carlo Marcetti. L’incontro è stato coordinato da Gerolamo
Balata, Direttore della sede regionale dell’Eurispes.
La crisi che attraversa il settore del sughero, e che ha cause sia interne che internazionali, ha
rappresentato il punto di avvio per un’analisi indirizzata non tanto alla ricerca delle ragioni del suo declino
piuttosto ad intravederne ed avviarne delle possibili differenti prospettive di sviluppo per quei territori
attraverso la cura e la valorizzazione della foresta di sughera con la quale i luoghi, la loro cultura, la
qualità dell’ambiente, del paesaggio, il mondo rurale, la presenza dell’uomo e delle sue attività, sono
così strettamente legate e ad individuare “altre”, differenti possibilità, non sostitutive ma integrative,
funzionali, per quella che è una delle risorse più importanti dell’economia del territorio dei comuni interni
del Nord-Est Sardegna.
La foresta da sughera continua a essere ancora oggi, malgrado le problematiche che investono il settore,
una delle risorse economiche più importanti dell’area interna del Nord-Est dell’Isola. Si tratterebbe di
comprendere la multifunzionalità di questo bene, la cui valorizzazione può generare ricadute positive in
più contesti. A maggior ragione, se si tengono presenti le stime dell’Inventario Nazionale delle Foreste
e dei serbatoi di Carbonio (INFC) del 2015 che indicano la Sardegna come la regione italiana con la più
alta concentrazione di aree forestali e terreni naturali, pari a oltre 1.200.000 ettari, in buona percentuale
sugherete e boschi di sughera. Di questi, secondo i dati del Piano di Sviluppo Rurale (PSR) 2014/2020,
circa 250.000 ettari di superficie forestale sono caratterizzati dalla presenza di sugherete (140.000 ettari)
e boschi di sughera, compresi i pascoli arborati a sughera e le altre aree forestali e pre forestali vocate.
Il report pertanto ha evidenziato l’importanza delle foreste di sughera rispetto agli obiettivi ed alle
strategie globali e locali, si è soffermato sull’analisi di esse quale sistema ecologico di notevole rilevanza
e sul contributo che esso può dare agli obiettivi mondiali di assorbimento di CO2 e di mitigazione dei
cambiamenti climatici in atto e al rispetto degli impegni presi dall’Italia in àmbito internazionale, non
sottovalutando inoltre la sua natura di patrimonio d’eccezionale importanza dal punto di vista
paesaggistico, caratteristico e unico nel Mediterraneo.
La programmazione comunitaria in agricoltura – dall’Agenda 2000 al Next Generation EU – indica la cura
dell’ambiente e del paesaggio quali parti del patrimonio comune e collettivo, imponendo agli Stati
membri di condividere la Strategia Forestale Comune che in Italia ha trovato applicazione nel
Programma-quadro per il settore forestale e nella Strategia Forestale Nazionale (SFN), licenziata dal
MIPAAF nel febbraio del 2022.
EMBARGO FINO ALLE ORE 11,00 DI MERCOLEDÌ 22 GIUGNO 2022
Allo stato dei fatti, nel contesto nazionale e regionale, le foreste di sughera vengono indicate come
patrimonio da proteggere e sviluppare in quanto essenziali non solo come supporto alle attività di
trasformazione, ma soprattutto per l’affermazione degli obiettivi delle politiche ambientali, per favorire
forme di multifunzionalità delle attività delle imprese locali a prevalente conduzione agro-silvo-pastorale
e di integrazione reddituale nella crescente consapevolezza che il mondo rurale rappresenti una riserva
di risorse e potenzialità, di attrattiva turistica e naturalistica, in gran parte inesplorate e non
adeguatamente valorizzate.
Dal Testo Unico in materia di foreste e filiere forestali (D.lgs. 34/2018), alle più recenti leggi regionali in
materia di forestazione e di gestione forestale sostenibile (L.R. 3/89, PFAR del 2006, L.R. 8/2016)
attraverso i Piani regionali di sviluppo rurale susseguitisi dal 2000 ad oggi, si può osservare come vi sia
una attenzione particolare alla materia che, il più delle volte, purtroppo non è riuscita a raggiungere gli
obiettivi prefissati.
La gestione forestale sostenibile e l’uso intelligente delle risorse, anche economiche, non solo possono
permettere di mantenere e valorizzare le foreste e la loro ricca biodiversità con la loro funzione
d’assorbimento e stoccaggio di anidride carbonica, ma anche sortire effetti sociali in termini di crescita
di ricchezza, avviando un processo di diversificazione dell’economia rurale e di creazione di nuove
opportunità occupazionali e di reddito attraverso la promozione di attività extra-agricole nel tentativo
anche di arginare lo spopolamento delle zone interne e delle aree rurali marginali, permettendone una
valorizzazione ed una fruizione turistica sostenibile dei territori.
Le foreste di sughera costituiscono una risorsa economica importante, circa 85% delle foreste italiane
è concentrato in Sardegna e nel Nord-Est dell’Isola è presente la gran parte del patrimonio regionale.
Esse, per lungo tempo, ne hanno alimentato l’economia fino a farlo riconoscere internazionalmente
come “territorio leader” nella produzione e nella lavorazione del sughero e determinarne la nascita di un
Distretto Industriale ma hanno oggi una sempre maggiore necessità di essere salvaguardate da processi
di deperimento e depauperamento.
La ricerca individua nel turismo e, in generale, nell’industria dell’accoglienza uno dei settori che può
trarre maggiormente beneficio dalla valorizzazione delle risorse boschive dell’Isola. Sono più diffuse le
unità ricettive di piccole e medie dimensioni, e queste risultano presenti soprattutto nelle aree interne.
Rispetto ai grandi insediamenti alberghieri, svolgono un’attività annuale che intercetta un numero
crescente di turisti, in buona parte stranieri, che visitano l’Isola e il suo interno nei mesi della bassa e
media stagione. Il flusso è costituito per il 40% da un segmento di turisti di varia nazionalità di età
compresa fra i 45 e i 60 anni, un 20% con un’età oscillante fra i 35 e i 44 anni e un’analoga percentuale
per la fascia tra i 25 e i 34 anni. Un target variegato che va alla ricerca di forme di vacanza ecosostenibili,
attive ed esperienziali, e che reclama la fruizione di un contesto ambientale quanto più autentico e ben
conservato. Occorre, pertanto, pensare un rapporto diverso con gli spazi, i luoghi e la cultura rurale in
cui la foresta di sughera, diventando oggetto di nuove forme di cura e manutenzione, sia l’elemento
catalizzatore di una più ampia gamma di attività, interventi e indirizzi progettuali. Ripensare, alla luce dei
risultati della ricerca dell’Eurispes, il ruolo che in tutto ciò può avere la foresta di sughera significa
investire nel miglioramento quantitativo e qualitativo del sughero come prodotto, oltre che impegnarsi
nella tutela dell’habitat e inquadrare la presenza strategica della foresta da sughera all’interno di quel
settore agrosilvopastorale con il quale deve necessariamente interfacciarsi. In tutto questo può trovare
soddisfazione anche la crescente domanda di un turismo sempre più orientato verso forme alternative
o integrate di vacanza, di cui può avvantaggiarsi il territorio interno.