Nelle eccellenze del comparto enogastronomico della Vallée il miele occupa una posizione di prestigio. Con questo prodotto si preparano autentiche prelibatezze apprezzate anche dai numerosi villeggianti cultori della cucina tradizionale valdostana
Quart. “Onoreremo la ‘Giornata mondiale dell’ape con l’organizzazione di un convegno al vivaio forestale ‘Abbé Henry’, a Quart, relativo al ‘ Ruolo dell’ape come impollinatore‘. Una giornata divulgativa dedicata ai bambini, alle famiglie, ad esperti e studiosi”.. L’iniziativa è in programma il 20 maggio, in concomitanza con l’evento mondiale, proclamato dai Delegati dell’Assemblea dell’Onu.
Livio Carlin, tecnico apistico dell’assessorato regionale all’Agricoltura e Risorse Naturali, anticipa la presentazione di un lavoro di monitoraggio realizzato, nel 2017, dai tecnici regionali su “presunti avvelenamenti di alveari”. Coinvolgeremo, poi, i bambini in attività didattiche, tra cui la realizzazione di candele in cera d’api da parte degli operatori del Consorzio apistico”. Continua Carlin: “L’importanza di sensibilizzare le nuove generazioni ha indotto gli organizzatori a rendere partecipi i bambini della vita delle piante mellifere. Li porteremo nell’area dove vengono coltivate”.
Sono 512 gli apicoltori valdostani; 7 mila gli alveari con una media di produzione, per arnia, di 15 chili. Le gelate primaverili dello scorso anno hanno dimezzato la produzione,.
“Quest’anno – annuncia Carlin – prevediamo un’annata positiva, molto interessante. La prima raccolta di miele è in programma nei primi giorni di giugno. Acacia, tarassaco e millefiori di montagna. A metà luglio la seconda, con la fioritura del castagno, tiglio, rododendro e millefiori di alta montagna.
Api, insetti cartina di tornasole dello stato di salute del pianeta, garanti della biodiversità, sono oggetto di massima attenzione di biologi ed esperti mondiali. A Expo 2015. la Gran Bretagna ha presentato un padiglione centrato sulla tutela di questi laboriosi, infaticabili insetti. La loro scomparsa equivarrebbe alla sparizione del 35 per cento dei prodotti agrari nel mondo.
E, i popoli del mondo stanno collaborando per salvaguardare l’Ape e, quindi, la vita sul pianeta. Il risveglio delle coscienze si traduce in approfonditi monitoraggi su una situazione che, negli anni, è passata dallo stato di lieve malessere, ad una preoccupante precarietà per arrivare all’odierno allarme mondiale. Troppo tardi?
“Siamo ancora in tempo per porre rimedio. Molto dipende dal senso di responsabilità dei commercianti e, soprattutto, delle multinazionali produttori di fitofarmaci, principali responsabili del deterioramento delle piante e, quindi, dell’avvelenamento delle api”.
Non le manda a dire Guido Francesconi, apicoltore da 50 anni, con 60 arnie dislocate anche fuori Valle per la produzione del miele di acacia. “La nostra preoccupazione si chiama ‘varroa’, l’insetto killer che distrugge gli alveari. L’impegno dei tecnici dell’assessorato ha prodotto il riscontro che già si sospettava. L’utilizzo di fitofarmaci sulla pianta frutticola è la causa di tutto.”
Spiega come questi prodotti si infiltrino nella linfa e lambiscano il fiore. Nel momento in cui l’ape succhia il nettare assorbe anche il veleno, perde l’orientamento, non riuscendo più ad individuare il suo alveare. Ne derivano lo spopolamento delle famiglie con conseguente diminuzione del numero di insetti e, quindi, di produzione di miele. Rivolge una raccomandazione agli apicoltori: “Non trattate gli alberi nel periodo della fioritura perchè avvelenate le api e causate la fine dell’impollinazione”. Ricorda come questo insetto garantisca l’85 per cento della floricoltura.
In Valle d’Aosta, sono le aree di Saint Pierre e Sarre fra le più colpite dalla moria di api. Negli ultimi anni, stando alle informazioni di Guido Francesconi, l’uso di fitofarmaci nei vigneti per combattere un insetto comparso di recente, inquini i prati e provochi la morte delle api nel momento in cui si posano sui fiori.