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Lettera aperta della Società Geologica Italiana al Presidente del Consiglio Mario Draghi

“Porti l’Italia oltre l’emergenza. Così che il ‘recovery plan’ possa essere l’occasione per invertire finalmente la dinamica dell’intervento straordinario successivo a quello calamitoso, evitando che l’incuria sia nuovamente la causa dell’innesco di pericoli che potrebbero trasformarsi in rischi”.

In Italia non c’è pace neppure per i morti. Lo segnala la Società Geologica Italiana con una lettera aperta al Presidente del Consiglio Mario Draghi, firmata dal professor Sandro Conticelli, che presiede l’ente morale delle Geoscienze più antico d’Italia, che dal lontano 1885 ha fatto della divulgazione scientifica, oltre che della ricerca, la sua bandiera. “Quello di Camogli – scrive Conticelli – è un campanello di allarme di una situazione non più trascurabile. La nostra incapacità di mettere in sicurezza anche i nostri morti ha messo in luce, nel modo più drammatico, le problematiche di gestione e manutenzione del nostro territorio”.

Secondo il professor Conticelli “qualunque analisi tecnica sull’evento di Camogli appare inutilmente superflua, perché le immagini sono raccapriccianti. Sono immagini crude che richiamano le peggiori immagini della storia dell’uomo, immagini di guerra. E cos’è l’incuria per il nostro territorio se non qualcosa di feroce, e reiterata mostra le sue conseguenze in modo evidente ogni giorno di più?”

Un’incuria che si ripete da troppo tempo: “In questi anni, si è lasciato che il nostro territorio ‘invecchiasse’ privo delle cure essenziali e necessarie per la sua conservazione. Il territorio è diventato ancora più fragile, e purtroppo necessita di interventi profondi, incisivi e sicuramente costosi. La vecchiaia del nostro paese è il cimitero di Camogli che precipita in mare con il suo bagaglio di memoria e dolore. Ma è anche l’inerzia della politica di fronte alla necessità di una programmazione efficace e continua della manutenzione del territorio. Oggi raccogliamo il frutto di questa mancata azione: duecento bare nel Mar Ligure”.

La Società Geologica Italiana augura a Draghi “che il grande piano di rilancio che il Governo da Lei presieduto sta varando proietterà l’Italia nel prossimo futuro. Ma questo piano, che sarà, rispetto al presente, certamente un passo in avanti, fondamentale e ineludibile, dovrà contenere azioni coraggiose anche nei confronti del nostro territorio considerandolo bene prezioso e meritorio a sé stante”.

Il segnale di allarme di Camogli – scrive ancora Conticelli per conto della Società Geologica Italiana – ci suggerisce che è tempo di andare oltre le emergenze, programmando investimenti da eseguire in ‘tempi di pace’, che garantiscano la sicurezza dei cittadini ma che, al tempo stesso, siano investimenti a lungo termine.

Infine una richiesta che la Società Geologica Italiana porta all’attenzione del Presidente del Consiglio e del Governo: “I costi per la riqualificazione del nostro territorio sono un investimento che dobbiamo alle future generazioni, così che il “recovery plan” possa essere l’occasione per invertire finalmente la dinamica dell’intervento straordinario successivo all’evento calamitoso evitando che l’incuria sia nuovamente la causa dell’innesco di pericoli che potrebbero trasformarsi in rischi”.

Augurandosi “che il nostro Paese possa finalmente ripartire a trecentossesanta gradi, con una grande attenzione all’uomo ma anche al territorio che lo ospita, guardiamo quindi a Lei e al suo Governo con speranza e ottimismo porgendo i nostri migliori saluti”.

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