L’ape è il più piccolo animale domestico del mondo, il terzo animale da reddito più importante per l’economia umana, superiore perfino i polli. Le api sono insetti fondamentali per l’essere umano, anche se spesso ci dimentichiamo il perchè.
Piccole e ronzanti, sottovalutate e poco considerate. Le api sono insetti fondamentali per l’essere umano, anche se spesso ci dimentichiamo il perché. E’ bene tenere a mente che le api non producono solo miele, ma fanno molto di più. L’ape è il più piccolo animale domestico del mondo, il terzo animale da reddito più importante per l’economia umana, superiore perfino ai polli nella gerarchia globale degli animali più proficui per la nostra economia.
Se la mattina bevete un succo o per merenda mangiate una mela, è merito di un’ape. Gli alberi da frutto, così colorati e profumati possiedono tali caratteristiche proprio per attrarre a sé le api che in tal modo potranno nutrirsi del nettare dei fiori per poi distribuire nuovi alberi altrove nel mondo.
I fiori hanno in sé sia il gamete femminile, al centro del fiore, che quello maschile ovvero il pistillo, ma non possono auto fecondarsi. Hanno bisogno dell’ape che con il suo volteggiare armonioso realizza il perpetuarsi della vita di molte piante. Parte della produzione alimentare e della biodiversità del mondo dipende da questo meccanismo, facendo delle api un insetto fondamentale per l’equilibrio dell’ecosistema terrestre.
Senza questi piccoli animali infatti il 60% di frutta e verdura scomparirebbe oltre a circa 25000 specie di piante da fiore.
Con la scomparsa di questa specie, si ridurrebbe la diversità del cibo, l’attività agricola e con essa milioni di fonti di reddito. La mancanza di api potrebbe portare a situazioni di carestia e persino a insanabili squilibri economici.
Lo stato d’inquinamento crescente sta mettendo a serio rischio la sopravvivenza delle api nel mondo. Una recente ricerca pubblicata su Proceedings of the Royal Society ha preso in analisi il ruolo di 24 diversi fattori di possibile declino di quattro specie di bombi, rintracciati in 284 siti in 40 stati degli States. Questi includevano, tra gli altri, anche tipo di habitat, popolazione umana e uso di pesticidi. Dallo studio è emerso che pesticidi, erbicidi e funghicidi sono in assoluto i principali responsabili dello sterminio delle api nel mondo oltre alla diffusione delle piante geneticamente modificate che, è ormai dimostrato, non vengono impollinate dalle api. Un impollinatore su dieci è scomparso dalla terra.
Api ma anche farfalle e altri insetti, da cui dipendono 15 miliardi di produzione agricola in Europa, sono a rischio estinzione, perciò la commissione Ue ha deciso di lanciare una pubblica consultazione che favorisca iniziative di tutela di questi insetti.
“Gli scienziati ci hanno avvertito del forte declino degli impollinatori in tutta Europa – dice il commissario europeo per l’Ambiente, gli affari marittimi e la pesca,Karmenu Vella– Abbiamo una buona comprensione del declino per alcuni impollinatori mentre ci sono lacune nelle conoscenze per gli altri. è tempo di agire, se non lo facciamo, noi e le nostre generazioni future pagheremmo davvero un prezzo molto alto“.
Solo in Europa la diminuzione delle api supera il 25% (1/4), mentre negli Stati Uniti siamo ormai al 3 % (1/3). Sebbene le previsioni non siano incoraggianti, ci sono molte iniziative che possono e devono essere instradate per preservare le api. Il sostegno all’agricoltura biologica è uno dei principali strumenti di preservazione degli insetti impollinatori, oltre che di tutto l’ecosistema. La produzione industrializzata di miele ha un impatto fortemente incisivo sulla vita di questi insetti, i quali sono responsabili dell’80% del processo di impollinazione. Il loro corpo peloso e la carica elettrostatica che trasmettono, contribuiscono a far in modo che il polline aderisca perfettamente. Sono erbivori e accumulano energia sfruttando l’elevato contenuto di zucchero del nettare. Detti imenotteri, sono dotati naturalmente di organi che facilitano l’impollinazione, come se fossero stati creati appositamente per far si che questo meraviglioso meccanismo potesse procedere. Il loro è un lavoro di squadra, laborioso e lento, ma efficiente più che mai. Per produrre un kg di miele si devono posare su circa 10 milioni di fiori.
Nel libro “L’intelligenza delle api” scritto da Randolf Menzeie e Matthias Eckoldt, viene raccontato il minuscolo cervello di questi insetti speciali: del volume di un millimetro cubo, costituito da un milione di cellule nervose, è un cervello pensante a tutti gli effetti, adibito all’utilizzo del pensiero. Le api infatti si sono rivelate in grado di risolvere problemi, imparare, distinguere i colori, ricordare, socializzare.
La centralità delle api nel nostro ecosistema ci suggerisce, anzi ci impone di smetterla di trattarle come mostri avendone paura e uccidendole, ma di reputarle delle alleate essenziali senza le quali non potremmo esistere.