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Maltempo: D’Angelis, ‘errore chiudere Italia Sicura, ma si può rimediare’ 

Dissesto, D'Angelis: Errore chiudere Italia sicura, ma si può rimediare'

di Loredana Errico

Smantellare ‘Italia sicura’, la struttura di missione voluta nel 2014 dal governo Renzi, “è stato un errore ma si può rimediare, anche velocemente, perché a Palazzo Chigi c’è un nuovo dipartimento che è stato votato dal parlamento nel 2018 ed è ‘Casa Italia'”. Lo afferma all’Adnkronos, Erasmo d’Angelis, attualmente segretario generale dell’Autorità di bacino distrettuale del Centro Italia, che per 3 anni ha coordinato Italia sicura

‘Casa Italia’, spiega D’Angelis, nasce da “un’idea di Renzo Piano ed è un dipartimento che deve occuparsi della prevenzione civile, ovvero una struttura, una task force da affiancare alla protezione civile. Noi abbiamo la protezione civile migliore del mondo e dobbiamo compiere il miracolo di avere anche la prevenzione civile migliore del mondo”. Il dipartimento alla presidenza del Consiglio, “c’è già ma è vuoto. E’ stato istituito ma mai reso operativo e funzionale”.

Eppure c’è molto da lavorare. In tema di sicurezza sismica, D’Angelis segnala che “in Italia su 12 mila edifici circa 4mila non sono antisismici e quindi vanno rinforzati”. In tema di dissesto idrogeologico, “ci sono circa 10mila interventi da realizzare. Il piano nazionale c’è e, fortunatamente, ci sono anche le risorse. Il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa parla di circa 11 miliardi spendibili e sono risorse importanti”.

C’è poi il problema del riscaldamento globale: “tanti paesi hanno già varato strategie di adattamento con grandi investimenti. Possiamo farlo anche noi con i fondi del Green New Deal Europa”. Bisogna agire quanto prima anche perché gli effetti del cambiamento climatico iniziano a farsi sentire: dalle forti piogge alle siccità prolungate ma anche inaridimento dei territori e innalzamento del mare.

Il paese, dunque, ribadisce D’Angelis, “deve essere messo in sicurezza e questo dipartimento (‘Casa Italia’, ndr), può compiere questo lavoro che è a lunga scadenza, che deve andare oltre le beghe della politica, oltre i governi e le coalizioni”. Insomma, “un grande patto tra tutti i partiti per riparare l’Italia”. Una sfida che si traduce anche in occupazione: “in questi settori abbiamo calcolato che per ogni miliardo di investimento ci sono 20mila nuovi occupati”.

Dal punto di vista istituzionale, dunque, la risposta alla fragilità del nostro territorio “c’è già. Basta renderla operativa. Dal dopoguerra ad oggi, spendiamo in media quasi 8 miliardi l’anno per fa fronte alle emergenze. Cerchiamo di invertire la rotta e di spendere questi 8 miliardi in prevenzione” conclude D’Angelis.

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