“Il Salento ha davanti a sé la grande sfida del recupero paesaggistico e agricolo, elementi portanti di un territorio devastato dal batterio Xylella. Non può permettersi l’insediamento di mega parchi di fotovoltaico, come accaduto in passato, che toglierebbero ulteriore suolo alla riforestazione e alle attività agricole”. È la dura presa di posizione del consigliere regionale del M5S, Cristian Casili, in merito alle richieste di autorizzazione al vaglio del Servizio Ambiente della Provincia di Lecce. Il vicepresidente del consiglio Regionale sollecita l’apertura di un tavolo di confronto tecnico con gli uffici degli Assessorati all’Ambiente, all’Agricoltura e allo Sviluppo economico e con la Soprintendenza per sostenere le province nei procedimenti di autorizzazione; per definire dei criteri chiari per limitare il carico di impianti FER su singole aree, basandosi su due parametri fondamentali: la concentrazione di impianti e la presenza di aree da tutelare; per individuare ambiti territoriali di possibile ulteriore inserimento di FER di taglia industriale, facendo riferimento essenzialmente ad aree già degradate da attività antropiche (cave, discariche, siti contaminati), oppure a siti industriali; per promuovere accordi di programma, come previsto dalla l.r. 34/2019, che prevedano la delocalizzazione in aree degradate di impianti esistenti ubicati in aree non idonee o in zone classificate agricole con contestuale dismissione degli stessi e ripristino dello stato dei luoghi.
“Soprattutto in Salento – continua Casili – dobbiamo lavorare a una pianificazione che si ponga quale obiettivo quello del recupero paesaggistico delle aree compromesse dalla fitopatia, sottrarre queste aree alla speculazione e preservare in ogni modo gli aspetti identitari del nostro territorio. Per questo è fondamentale che la Provincia in fase di istruttoria delle istanze presentate valuti con attenzione gli impatti cumulativi di questi impianti e il rischio di compromissione degli ecosistemi e tenga conto del documento di aggiornamento del PEAR che mette l’accento sull’importanza di rendere coerente lo sviluppo delle energie rinnovabili con la qualità e l’identità dei paesaggi pugliesi; di limitare la diffusione dei grandi impianti in aree già urbanizzate, degradate o dismesse; di preservare gli usi produttivi del suolo, di promuovere le energie da autoconsumo nelle città e negli edifici rurali, sulle coperture di abitazioni, parcheggi, edifici commerciali. I mega impianti alterano anche l’assetto idrogeologico e aumentano il consumo di suolo, che già rappresenta una piaga del nostro territorio”.
La provincia di Lecce è ai primi posti per suolo cementificato: tra il 2018 e il 2019 si sono persi 145,9 ettari totali di suolo, lo 0,37% in più. Per questa ragione Casili, nel marzo 2019, ha presentato una proposta di legge per contrastare il consumo di suolo.
“Fulcro del provvedimento – spiega il pentastellato – è la determinazione da parte della Regione della quantità massima di consumo di suolo, cui dovranno adeguarsi gli strumenti di pianificazione provinciale e comunale. Lo scopo è quello di limitare la trasformazione e l’edificazione di suoli agricoli non connessi con l’attività agro-silvo-pastorale. Tra l’altro ricordo che lo scenario strategico del Patto Città Campagna del PPTR, al fine di tutelare i valori patrimoniali del paesaggio pugliese, si pone tra gli obiettivi la definizione di standard di qualità territoriale e paesaggistica nello sviluppo delle energie rinnovabili. Secondo quanto riportato nelle Linee guida del PPTR sulla progettazione e localizzazione di impianti FER occorre progettare il passaggio dai ‘campi alle officine’, favorendo la concentrazione delle nuove centrali di produzione di energia da fonti rinnovabili in aree produttive o prossime ad esse, rendendo coerenti gli obiettivi dello sviluppo delle energie rinnovabili con quelli della valorizzazione dell’ambiente e del paesaggio.
Deve essere sempre garantito, infatti, un ragionevole contemperamento tra la tutela del paesaggio, valore costituzionalmente tutelato, con gli obiettivi di sviluppo delle FER. Il nostro non è un ostracismo nei confronti del fotovoltaico, ma puntiamo su un modello sostenibile. Abbiamo sempre promosso la diffusione di un sistema di generazione distribuito dell’energia da fonte rinnovabile, la cui caratteristica tipica deve essere la localizzazione della produzione in prossimità dell’utente finale. Istituendo il reddito energetico, abbiamo previsto la concessione di contributi da parte della Regione per interventi di acquisto e installazione di impianti fotovoltaici o microeolici a servizio delle utenze residenziali domestiche o condominiali. Le alternative ci sono, non è più possibile – conclude Casili – continuare a sostenere un uso improprio del fotovoltaico e dell’eolico con progetti che aumentano il grado di antropizzazione del paesaggio agricolo-rurale”