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M’illumino di semi. L’importanza delle sementi per la vita dell’uomo

Sottovalutati e dati per scontati, i semi sono essenziali per l’umanità. Dalla necessità di proteggerli nascono le “Banche dei semi”, diffuse in tutto il mondo e fondamentali per la tutela della biodiversità. Ciascuno di noi è un seedsaver!

Piccoli, all’apparenza inerti e immobili, i semi ci accompagnano nel corso della storia e ci sostengono nell’evoluzione. Sono i potenzialmente nati, vite racchiuse in piccoli spazi che aspettano le opportune condizioni per dispiegarsi nel marasma della creazione. I semi sono un tassello fondamentale dell’esistenza umana sulla terra, un pilastro della nostra società, uno strumento potentissimo di crescita ed emancipazione. Sono anche espressione della biodiversità e della moltitudine, della tradizione e delle leggende, una fusione tra culture e colture in cui sono incisi i racconti e i cammini di molte vite e molti tempi. Anche i semi come molte altre specie viventi, stanno passando un periodo difficile sul pianeta terra, essendo in pericolo di sopravvivenza e a rischio estinzione.

L’innalzamento delle temperature terrestri, la perdita di suolo, il monopolio dell’agricoltura industriale su larga scala, sono solo alcune tra le cause responsabili della scomparsa di semi e piante sul nostro pianeta.

Ma i semi sono dei guerrieri corazzati, capaci di attendere anche millenni prima di risvegliarsi dall’oltretomba. Pensate che qualche anno fa dei ricercatori in Israele sono riusciti a far germogliare un seme di palma da dattero antico, risalente a 2000 anni fa. Ma il merito, più che ai ricercatori, va al seme che è riuscito a mantenersi intatto e prospero nei secoli per poi stupire il mondo odierno con le sue foglie rigogliose. Attualmente la pianta è stata soprannominata Matusalemme e si trova a Masada, in Israele.

 

Siamo al Salone del Gusto ad una conferenza in cui si parla propiro di semi e del loro fondamentale ruolo. Gli esponenti di alcuni tra i movimenti e le aziende globali più ferrate in materiai, si trovano qui per mostrare al mondo ciò che fanno e l’importanza di condividerlo.

Snezhana Miftakhova, Russia proviene dall’Istituto Vavilov di San Pietroburgo in cui sono conservate più di 350 mila specie di piante provenienti da tutto il mondo.

Il centro fu fondato nel 1925 dal botanico e agronomo Nicolai Vavilov per conservare tutti i differenti campioni e genotipi che nelle sue esplorazioni individuava, affinché essi potessero essere la base del futuro miglioramento genetico del frumento. Nasceva così il primo gene bank al mondo, ancora oggi esistente. Da allora le banche dei semi si sono diffuse nel mondo, tanto che attualmente se ne contano più di mille, tra cui la più importante e rinomata, la Svalbard global seed vault, situata sull’isola di Spitsbergenin, nell’arcipelago artico delle Svalbard a circa mille chilometri a nord della Norvegia continentale.

Qui, sotto decine metri di permafrost, sono conservati centinaia di migliaia di semi, incastonati nella roccia ad una temperatura stabile di -18°. Questo luogo è anche chiamato l’Arca di Noè dei semi, ed è progettato per resistere a catastrofi e cataclismi globali, asteroidi e guerre nucleari per oltre mille anni successivi all’eventuale disastro.

Daniel Wanjama della rete globale salvatori di semi del Kenya, spiega come “la tutela della biodiversità passi necessariamente attraverso quella delle sementi. Il monopolio della vita e dei semi messo in atto dai big dell’agricoltura industriale, sta distruggendo il patrimonio globale di piante. Sta alle reti agricole locali combattere i monopoli attraverso il mantenimento delle varietà autoctone di specie vegetali. Chiunque abbia della terra e coltivi, si informi sulle varietà tipiche del proprio territorio e le coltivi. E’ come una missione che ciascuno di noi può e deve mettere in atto. Per millenni i semi ci hanno aiutato a sopravvivere e crescere. Ora dobbiamo aiutare noi loro.” Anche in Kenya ci sono delle banche di semi, e chiunque può accedervi e gratuitamente farsi dare dei campioni da utilizzare nelle coltivazioni.

“I semi sono un bene comune e non possono essere venduti, sono patrimonio dell’umanità e tutti hanno diritto ad averne l’accesso. Dobbiamo rifiutare le logiche di mercato che si appropriano dei semi servendosi dei brevetti genetici e impedendo a chiunque di avere libero accesso a questa fonte di vita. Il mercato lo stabiliamo noi che consumiamo perciò siamo i principali protagonisti di questa grande sfida”, conclude Dikshya Malla, nepalese attivista e “seedsaver”.

Seminate dunque e “seminatevi”, approfondite la relazione con la vostra terra andando a cercare i semi che le appartengono, le piante che ne esprimono la cultura e la tradizione, quelle che la vostra nonna conosceva alla perfezione e che voi avete scordato sopraffatti dall’era del digitale.

Riscoprite la bellezza di veder spuntare un germoglietto e accudirlo, di vederlo crescere e fortificarsi per poi degustarne i tanto attesi e succulenti frutti. I semi sono anche in noi, nelle nostre coscienze, sono le scelte che compiamo oggi e che segneranno inevitabilmente il domani. Chi semina coscienze raccoglie prosperità.

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