Il futuro si dà appuntamento a Verona per discutere e toccare con mano le tendenze che stanno dando forma all’Italia e al mondo di domani. L’occasione è la prima edizione del Festival del Futuro, un percorso di due giorni fitto di incontri con 40 «future maker» del nostro tempo: scienziati, medici, economisti, imprenditori, esperti di ambiente e di geopolitica.
Un vero think tank che sabato 16 e domenica 17 novembre all’auditorium della Fiera di Verona è chiamato a confrontarsi su otto macrotrend che definiscono altrettante sfide di portata globale: nutrizione, clima, intelligenza artificiale, robotizzazione del lavoro, longevità, governo dei processi di digitalizzazione, prospettive economiche per il 21esimo secolo, orizzonti della scienza.
A questi si aggiungono tre focus tematici, sul futuro dell’Italia nel mondo digitale, sul futuro della ricerca medica e sulla radioterapia per la cura dei tumori, e uno spazio espositivo in cui fare esperienza diretta dei dispositivi innovativi realizzati da alcune startup. Sono aperte le iscrizioni (gratuite) al festival: basta registrarsi sul sito festivaldelfuturo.eu.
Giovannini: 5 politiche per superare la crisi climatica salvando l’economia
La sfida più ardua è forse quella di superare la crisi climatica che minaccia il pianeta senza farlo precipitare in una spirale di depressione economica. Per farlo bisogna implementare cinque grandi trasformazioni, come suggerisce Enrico Giovannini, già presidente dell’Istat e ministro del Lavoro e ora portavoce dell’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (Asvis), nel suo intervento nello studio Macrotrends 2019-2020 di Harvard Business Review Italia che sarà distribuito in anteprima al festival:
- Rapida crescita delle energie rinnovabili per dimezzare le emissioni di carbonio ogni dieci anni a partire dal 2020;
- investimenti nelle catene alimentari per generare un loro aumento di produttività pari all’1% l’anno;
- implementazione di nuovi modelli di sviluppo nei Paesi più poveri;
- riduzione delle disuguaglianze che garantisca che il 10% più ricco della popolazione non riceva più del 40% del reddito nazionale;
- investimenti nell’educazione per tutti, nell’uguaglianza di genere, nella salute e nelle politiche di pianificazione familiare, per stabilizzare la popolazione mondiale.