Pubblicato il: 26/03/2019 17:35
Un nuovo brand che racchiude il grande lavoro compiuto da 16 società̀ operative, 15 siti in Italia e che offre servizi a più di 20.000 clienti in oltre 50 paesi: nasce Itelyum. Dall’unione di numerose società, tra cui Viscolube e Bitolea – la nuova realtà, presentata oggi a Milano, già ricopre un ruolo da protagonista a livello internazionale nel settore della rigenerazione degli oli lubrificanti usati, la produzione di solventi puri e da reflui chimici e nei servizi ambientali per l’industria (VIDEO).
Il Core business di Itelyum sarà quella di fornire servizi alle imprese secondo un modello economico circolare applicato sia al ciclo di vita dei prodotti sia all’interno dei segmenti di mercato serviti. Itelyum ha nel logo un aquilone, presentato durante la conferenza stampa dall’amministratore delegato Antonio Lazzarinetti e da Enrico Biale, membro dell’Investment Commitee del fondo di private equity Stirling Square Capital Partners, nonché Presidente della nuova Itelyum.
Alla presentazione sono intervenuti anche il professore della Scuola Universitaria Superiore Sant’Anna di Pisa e presidente Fondazione Global Compact Italia Marco Frey, il Direttore della Fondazione Sviluppo Sostenibile Raimondo Orsini e il Prof. Gaetano Grizzanti, Ceo di Univisual, che ha accompagnato Itelyum nel processo di branding.
L’amministratore delegato di Itelyum, Antonio Lazzarinetti ha spiegato gli obiettivi della realtà protagonista nell’economia circolare: “Presentiamo un nuovo nome che però ha radici solide: nasce infatti nel corso degli anni dall’unione di 16 società come Viscolube e Bitolea. Abbiamo voluto dare un nuovo nome a questa aggregazione di imprese per essere meglio riconoscibili e più presenti su tutti i mercati, offrendo così un servizio migliore ai nostri clienti”.
“Itelyum -sottolinea- è leader in settori di attività di rigenerazione oli usati e solventi. Le parole chiave della nostra mission sono: economia circolare e filiera industriale. La nostra attività si svolge all’interno di queste filiere ben strutturate. In questo modo gli scarti di lavorazione vengono resi di nuovo disponibili in prodotti che per alcuni sarebbero a fine-vita. Una caratteristica che ci impegna è quella di fare in modo che i prodotti recuperati abbiano qualità sempre più comparabili a quelli nuovi. Per fare tutto questo ci vogliono ricerca, innovazione e passione”.
“Il segreto per poter fare economia circolare inoltre – continua Lazzarinetti – è quello di avere una filiera industriale integrata che deve essere aiutata anche da forme organizzative che passano attraverso i consorzi. Nel mondo degli oli usati in Italia Conou è quello che ha svolto e continua a svolgere un ruolo fondamentale all’interno di questa filiera in varie modalità. Conou è un’emanazione di chi produce oli usati come produttori e società petrolifere che con il consorzio decidono di partecipare alla gestione di questa filiera del riciclo”.
“Attraverso il meccanismo della responsabilità estesa del produttore, il consorzio interviene coordinando le operazioni offrendo servizi di raccolta e buone pratiche. È opportuno infatti che ci sia un soggetto che si occupi di coordinare queste attività poi svolte dagli imprenditori. Una volta raccolti gli oli, a valle bisogna coordinare anche la fase di riciclo attraverso gli impianti idonei. Noi con Itelyum -conclude- siamo presenti soprattutto nelle attività di rigenerazione”.
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Adnkronos.