È stata presentata oggi a Milano, in occasione della Settimana del Design, la BioDesign Foundation (BDF), l’organizzazione no profit che si occupa di promuovere il rapporto tra uomo, tecnologia, produzione e ambiente attraverso la ricerca e la messa in atto di soluzioni sostenibili che generino crescita economica. Ampio spazio è stato dedicato al primo progetto della Fondazione, in grado di rivoluzionare il paradigma del ciclo della plastica.
Creata da Roberto Guerini – Presidente della Fondazione – per dare vita alla visione di Luigi Colani di realizzare un mondo industriale più etico e sostenibile, la BioDesign Foundation risponde attivamente alle sfide poste dai problemi ecologici globali offrendo soluzioni concrete.
Luigi Colani (Berlino 1928 – Karlsruhe 2019), è stato il Grande Maestro delle forme sinuose per eccellenza e il filosofo della tridimensionalità, nonché mentore a livello internazionale del Design Organico. Colani ha lasciato un segno nel mondo; come ricercatore futurista è riuscito a influenzare i più grandi designer e architetti contemporanei attraverso le sue opere. Visionario e avanguardista, ha plasmato la nostra moderna concezione di design organico tenendo la natura come costante fonte di ispirazione.
I problemi ecologici sono sfide a cui la BioDesign Foundation intende trovare soluzioni che si traducano in azioni concrete. Oggi nel mondo meno del 10% dei rifiuti viene riciclato. La Fondazione si propone di sensibilizzare la comunità di designer, architetti, ingegneri e artisti sulla necessità di riutilizzare ciò che oggi consideriamo rifiuto come fonte di materia prima, che può dare vita ad oggetti a loro volta riciclabili, limitandone l’impatto sull’ambiente e sul clima, oltre a generare reddito.
“Scopo della BioDesign Foundation – sottolinea Roberto Guerini – è chiamare all’azione la comunità creativa globale per ripensare e ridisegnare il modo in cui vengono creati gli oggetti di uso quotidiano e gli oggetti in genere, tenendo presente non solo il loro ciclo di vita ma anche la loro morte”. Crediamo fortemente in un approccio circolare della produzione, dobbiamo abbandonare il nostro obsoleto modo di pensare lineare”.
Designer, architetti e ingegneri giocano un ruolo decisivo in questo progetto, in quanto è fondamentale iniziare a pensare all’impatto che un prodotto avrà sull’ambiente fin dall’inizio della sua creazione, proponendo oggetti di alto profilo e al tempo stesso sostenibili. Progettare significa anche assumersi una responsabilità concreta nei confronti del nostro pianeta.
La Fondazione svolgerà un ruolo attivo nell’aiutare l’ambiente a liberarsi dai rifiuti tossici ed inquinanti.
Un primo progetto è stato realizzato nella Laguna Veneziana, a Chioggia, dove è stato siglato un accordo con il Mercato Ittico e i consorzi locali dei Pescatori; la BioDesign Foundation retribuirà i pescatori che si impegnano a recuperare dal mare i rifiuti e a portarli nei collettori posizionati in porto.
Da più di 10 anni è attivo un confronto con Università e Facoltà di Ingegneria di tutto il mondo oltre che con esperti di materiali alla ricerca di soluzioni a basso costo e flessibili per il riciclo dei rifiuti plastici, ponendo le basi per rivoluzionare il paradigma del ciclo della plastica con la realizzazione di un brevetto di un termo compattatore mobile, che permette la trasformazione di diversi tipi di plastica, separandola da altri rifiuti e creando nuovi multipolimeri.
Questi sistemi di riciclo possono essere utilizzati ovunque, consentendo a chiunque nel mondo di accedere al riciclo della plastica. In questo modo i rifiuti plastici acquistano valore, generando un mercato che rompe il pregiudizio dei costi sul riciclo e mantiene la plastica nel ciclo economico: una rivoluzione importante per la natura e per la società.
“In ogni luogo in cui installeremo questi sistemi di raccolta sarà possibile fare concretamente qualcosa di utile per l’ambiente: dagli ingegneri ai professionisti del riciclo, dai commercianti ai pescatori, dai capitani di navi dotate di strutture per il riciclo a bordo, ai responsabili delle barriere antiplastiche poste alle foci dei fiumi, considerati hot spot per la concentrazione dei rifiuti: tutti coloro che raccolgono rifiuti plastici avranno la possibilità di accedere ai nostri siti per la raccolta, e tutti riceveranno un contributo economico per i rifiuti che ci porteranno” ha concluso Roberto Guerini.