Pubblicato il: 05/12/2019 13:39
Per le festività del 2019 si stima una crescita del 10% per l’acquisto degli alberi di Natale naturali, con un giro d’affari complessivo di 30 milioni di euro. Nonostante il trend positivo, nelle case degli italiani entrano di preferenza ancora gli abeti sintetici (7 su 10 dei 12 milioni di alberi venduti), con un notevole danno per l’ambiente. Per un albero di Natale di plastica medio (10 kg circa) occorrono 20 kg di petrolio e 23 kg di CO2 emessa nell’atmosfera, alle quali si aggiunge il petrolio che serve al trasporto dalla Cina, da cui viene l’80% di questi prodotti. Si calcola servano 2 secoli per smaltirli. A tracciare il quadro è l’associazione dei Florovivaisti Italiani.
“Fortunatamente – dichiara il presidente dell’associazione, Aldo Alberto – la sensibilizzazione verso i temi della sostenibilità ha aumentato la domanda per gli abeti naturali, cogliendo di sorpresa persino i produttori, tra i quali molti giovani che stanno ripristinando il florovivaismo nelle zone montane per soddisfare questa fetta di mercato in crescita”.
Gli alberi italiani “sono generalmente abeti rossi, diffusi soprattutto nelle Alpi orientali, e gli abeti bianchi dell’Appennino. In Italia la produzione si concentra in Toscana e in Veneto ma il nostro obiettivo è arrivare competere con la Germania, dove la coltivazione di abeti di Natale arriva a quasi 20 milioni di alberi prodotti”. Per Alberto, “è importante combattere le fake news e ricordare ai consumatori che gli abeti natalizi non vengono sradicati dalle foreste ma provengono da aziende vivaistiche dove sono coltivati appositamente per il mercato delle feste e vengono piantati di nuovo, dopo la vendita”.
Preferirli a quelli sintetici, sottolinea Alberto, “aiuta lo sviluppo del comparto florovivaistico italiano, incrementando il reddito delle popolazioni che vivono in aree rurali. Importante anche l’effetto benefico sull’ambiente per il contributo alla riduzione della Co2 assimilata durante le loro crescita e per la prevenzione del degrado idrogeologico. La coltivazione in Italia, oltretutto, garantisce la freschezza del prodotto, in quanto tagliato pochi giorni prima della consegna e sagomato a cono durante tutta la coltivazione per renderne compatte le fronde”.
Nelle nostre case le dimensioni degli alberi natalizi sono diminuite, anche per gli spazi ridotti nelle abitazioni. Nel dettaglio, più del 70% degli italiani si orienta su alberi più ‘corti’, spendendo in media tra i 20 e i 40 euro. A concedersi il lusso di oltrepassare i due metri di altezza solo il 5% degli italiani, che destinano all’albero di Natale anche una spesa di 100 euro. Mentre per addobbare i cortili dei condomini si può arrivare fino a 400 euro per alberi ancora più alti. Cresce il fenomeno del noleggio, ma è ancora molto caro e può arrivare fino a 1500 euro per un albero da 4 metri.
Acquistando alberi naturali nei vivai si ricevono consigli sulla manutenzione. In particolare, spiega Alberto, “vanno scelti esclusivamente gli abeti con radici, bagnando la zolla regolarmente e posizionando l’albero a debita distanza dai caloriferi. Vanno inoltre evitati gli addobbi pesanti per non spezzare i rami o disperdere troppi aghi sul pavimento. Non bisogna neanche spruzzare neve sintetica perché l’albero è vivo e respira”.
E dopo le feste? “Si potranno reimpiantare in giardino e chi vive in città e non ha uno spazio verde potrà riciclarlo facilmente, compostandolo in modo che torni terriccio e completi l’equilibrio ecologico o usarlo per accendere il barbecue”. Un’ultima curiosità per chi ha animali domestici: “I nostri pet non amano essere punti dagli aghi e difficilmente si arrampicheranno sugli abeti naturali come fanno sugli alberi di Natale finti, evitando danni o piccoli incidenti domestici”.
Adnkronos.