Uno studio internazionale evidenzia che il 66 per cento delle città europee dispone di piani climatici urbani, per stabilire le misure che i comuni possono adottare per limitare i rischi di riscaldamento globale e vulnerabilità dei territori
Roma – Uno studio internazionale al quale ha partecipato per l’Italia l’Istituto di metodologie per l’analisi ambientale del Consiglio nazionale delle ricerche (Imaa-Cnr) di Potenza ha evidenziato, su un campione di 885 città appartenenti a 28 Stati dell’Unione Europea, che il 66 per cento dispone di un piano di mitigazione, il 26 per cento di un piano di adattamento e il 17 per cento un piano clima integrato, che copre entrambi gli aspetti. Lo studio pubblicato sulla rivista Journal of Cleaner Production ha coinvolto un network di trenta ricercatori provenienti da diciassette stati europei coordinati dall’Università olandese di Twente.
Dunque l’Europa è promossa sul tema dei piani climatici urbani, cioè i piani di mitigazione che le municipalità possono adottare per contenere le emissioni di gas serra responsabili del riscaldamento globale e i piani di adattamento per ridurre la vulnerabilità dei territori. “La ricerca mostra una distribuzione disomogenea – ha spiegato Monica Salvia, ricercatrice Imaa-Cnr –, con una predominanza di piani climatici urbani sviluppati nell’Europa centrale e settentrionale e nelle città con oltre 500 mila abitanti: l’80 per cento è dotato di piani sviluppati autonomamente o in risposta alla legislazione nazionale in materia, che impone tale obbligo in Danimarca, Francia, Slovacchia e Regno Unito. A influenzare positivamente lo sviluppo di questi strumenti è anche la partecipazione a network europei quali il Patto dei Sindaci (Covenant of Mayors) o progetti internazionali quali Life e Interreg”,
“Il 40 per cento delle città analizzate aderisce al Patto dei Sindaci e di queste, il 94 per cento dispone di un Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile-PAES”, ha aggiunto. “L’elevata adesione a questo network è cruciale anche per allineare i Paesi mediterranei e le città più piccole nell’azione per il clima”, ha aggiunto Filomena Pietrapertosa, ricercatrice Imaa-Cnr. “In Italia, in particolare, 58 su 76 città analizzate – ha continuato – sono firmatarie del Patto dei Sindaci e di queste 56 sono dotate di un Paes. Soltanto Bologna e Ancona, però, hanno sviluppato un piano di adattamento nell’ambito di progetti europei (rispettivamente Life Blueap e Life Act) anche se altre città hanno avviato un processo di pianificazione per identificare le vulnerabilità climatiche dei loro territori”.