Le grandi compagnie elettriche stanno incassando sussidi all’energia che dirottano il denaro pubblico nel mantenimento di impianti non redditizi e inquinanti. Finanziare l’energia sporca ci mette in serio pericolo. Vogliamo svegliarci?
L’Unione Europea ha fatto dei meccanismi di capacità il nuovo strumento trainante del mercato energetico comunitario. Si tratta di schemi nazionali che ripagano impianti in stand-by, per lo più alimentati a fossili o nucleari, per il loro potenziale contributo al sistema energetico in caso di improvvisi picchi della domanda. Ma esattamente quanti soldi finiscono nelle tasche delle grandi compagnie elettriche per la loro fornitura di capacità? Difficile saperlo con certezza. Attualmente, infatti, non esistono dati pubblici che rendano conto, in maniera trasparente e puntuale, di tutti i sussidi all’energia in questo settore. Secondo Greenpeace la cifra dovrebbe superare i 60 miliardi di euro, di cui ben 58 miliardi destinati solo a carbone, gas e nucleare.
Il dato è stato estrapolato dai pochi rapporti pubblici esistenti, tenendo conto sia dei meccanismi di capacità passati, esistenti e pianificati che dei piani di sostegno nazionali al settore energetico. Greenpeace ammette che le cifre potrebbero non essere del tutto accurate, ma che finora non sono state trovate relazioni trasparenti da parte di nessun paese con meccanismi di capacità, che includessero le fonti di carburante sostenute, così come le specifiche utility e gli impianti che ricevono i fondi.
“Le grandi compagnie elettriche stanno incassando sussidi all’energia che dirottano il denaro pubblico nel mantenimento di impianti non redditizi e inquinanti”, commenta Sebastian Mang di Greenpeace. “Finanziare l’energia sporca riscalda il pianeta, contamina l’ambiente e mette in pericolo vite umane attraverso l’inquinamento atmosferico e il cambiamento climatico. Fare il pieno a carbone, gas e nucleare sta anche rallentando la transizione verso il 100% di energia rinnovabile, elemento fondamentale per scongiurare il caos climatico che gli europei stanno iniziando a sperimentare già oggi nella loro vita quotidiana”.
Nell’indagine l’associazione stila una classifica dei Paesi che forniscono il numero più alto di sussidi all’energia attraverso il capacity market: i più generosi sono Spagna e Polonia (rispettivamente 17,9 e 14,4 miliardi di euro), seguiti da Belgio, Irlanda e Regno Unito (tutti intorno ai 6 miliardi di euro) e Germania (circa 3 miliardi di euro). Anche l’Italia ottiene un posto nella “top ten”: è ottava con ben 1,4 miliardi.
“In autunno – spiega l’associazione ambientalista in una nota stampa – i governi nazionali e il Parlamento europeo decideranno se i meccanismi di capacità saranno limitati o meno dal diritto comunitario. Mentre la Commissione europea e il Parlamento vogliono restrizioni, i governi nazionali li hanno respinti. La Polonia, il Regno Unito e la Grecia stanno guidando il fronte a favore dei questi strumenti per poter continuare a sovvenzionare i loro combustibili fossili e le centrali nucleari non redditizie”.
(Rinnovabili)