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Prevenzione rischio idrogeologico, Costa cerca progetti. I consorzi di bonifica sono pronti…

Il ministro dell’Ambiente: “governo ha pronti i soldi per una soluzione strutturale, le regioni ora devono presentare progetti”. I consorzi di bonifica italiani redigono da anni un piano di interventi per ridurre il pericolo di frane e alluvioni

La richiesta, da parte dell’Italia, di fondi europei di solidarietà per le emergenze all’indomani dei disastri causati dal maltempo “lo stiamo valutando con i ministri competenti in queste ore nell’ambito della presidenza del Consiglio”. Lo ha detto il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, arrivando ad un convegno alla Fondazione Cariplo di Milano. Sul tema, per cui “non è competente” il suo dicastero, stanno lavorando infatti “da una parte il ministro degli Affari Europei, Paolo Savona e dall’altra il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi e ovviamente il ministro dell’Economia, Giovanni Tria” ha garantito Costa, rispondendo così alle domande dei cronisti. 

Ma allora sono previsti fondi per la gestione dell’emergenza maltempo, che si è abbattuto sull’Italia? “Distinguiamo i due temi – precisa il ministro – una è la situazione emergenziale di queste ore e di questi giorni, che riguarda la protezione civile, e la nostra è tra le migliori in assoluto. Poi abbiamo il momento strutturale: noi abbiamo come governo già dei denari a disposizione. Adesso si finanzino i progetti”. Il governo, rivela il ministro dell’Ambiente, ha in mente “un piano pluriennale strutturato in sottopiani triennali” che prevede uno stanziamento “ogni tre anni di 900 milioni di euro per poco più di 6 miliardi complessivi: sono soldi che già abbiamo, non fondi astratti”. Una volta decisi, per il principio di prossimità territoriale, il governo destinerà questi soldi “alle regioni che li gestiscono sul territorio d’accordo con i comuni: quindi la progettazione è a livello regionale e comunale“. D’altra parte, “se si prendono soldi dal bilancio dello Stato o dalla Bei, sono sempre soldi presi in prestito, dunque su cui si pagano gli interessi. Prenderli se non ci sono i progetti non ha molto senso”, sottolinea Costa, che invita così le istituzioni locali a presentare progetti che “determinano soluzioni strutturali”. 

Dai consorzi di bonifica piano nazionale contro rischio idrogeologico. “Ogni anno 2 miliardi di danni, cosa aspettiamo a intervenire?”

“L’Anbi redige da anni un piano di interventi per ridurre il pericolo di frane e alluvioni e che indica la necessità di 8 miliardi di investimenti con mutui quindicennali contro i 2 miliardi di danni e la perdita di innumerevoli vite umane, subiti ogni anno in Italia“, spiega Francesco Vincenzi, presidente dell’Anbi, l’Associazione nazionale dei consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle acque irrigue. “Per la sistemazione del territorio, sono stati stanziati negli anni quasi 5 miliardi di euro, ma solo 450 milioni, destinati al mondo agricolo, sono stati recentemente sbloccati. Cosa c’è ancora da sapere per capire il perché delle tragedie che stanno colpendo il Paese e la necessità di un grande piano di contrasto alla estremizzazione degli eventi meteo?”, si chiede Vincenzi dopo le tragedie dovute al maltempo che ha colpito con violenza l’Italia negli ultimi giorni. “Sui cambiamenti climatici, gli scienziati lanciano, pressoché inascoltati, allarmi da anni – aggiunge – il 19,7% delle case italiane è abusivo e al Sud il 47,3%, costruite spesso in zone a rischio idrogeologico; l’inarrestabile consumo di suolo cementifica 2 metri quadrati al secondo, diminuendo la capacità di assorbimento idrico del territorio, ma la legge di contrasto al fenomeno vaga dal 2012 nei meandri parlamentari senza giungere ad approvazione”. Secondo il presidente dell’Associazione, inoltre, “restano incomprensibili i commissariamenti infiniti dei Consorzi di bonifica in alcune regioni del Sud Italia come la Sicilia; tale prassi, frutto delle ingerenze della politica, priva le realtà locali delle potenzialità di enti, espressione delle comunità attraverso autogoverno e sussidiarietà, che invece vanno valorizzate esaltando anche le risorse umane ed operative presenti in queste realtà: perchè non sono fiumi ed alberi ad uccidere, ma l’improvvida sconsideratezza dell’uomo”.

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