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Rifiuti: lampadine esauste? Si buttano in negozio ma in pochi lo sanno  

Lampadine esauste? Si buttano in negozio ma in pochi lo sanno

Vecchi telefoni ma anche lampadine, rasoi elettrici, frullatori e smartphone giunti ormai a fine vita. Lo smaltimento è facile: basta andare in un grande negozio di elettronica (con superficie superiore a 400 mq) e consegnarli. Penseranno loro a smaltirlo senza inquinare, facendo in modo che tutte le parti recuperabili vengano riciclate. Non tutti lo sanno ma da quasi tre anni il decreto ‘uno contro zero’ obbliga le grandi catene a ritirare gli oggetti elettrici ed elettronici vecchi e farsi carico dello smaltimento anche senza venderne altri in cambio.

Nonostante una maggiore organizzazione della grande distribuzione il servizio stenta a decollare. Un esempio su tutti? Quello delle sorgenti luminose. “I dati del consorzio Ecolamp non mostrano una evidente crescita della raccolta differenziata di lampadine proveniente dal canale della distribuzione dal 2016 (anno dell’entrata in vigore dell’ uno contro zero) a oggi” commenta all’Adnkronos il direttore generale di Ecolamp, Fabrizio D’Amico.

Eppure, sottolinea D’Amico, rispetto al passato c’è sicuramente “una maggiore disponibilità del servizio uno contro zero, presso i maggiori punti vendita di prodotti elettrici ed elettronici”.

Secondo il direttore generale di Ecolamp, “è possibile che il consumatore ancora non abbia dimestichezza con questa tipologia di raccolta differenziata, che in alcuni casi non conosca il servizio o che magari non lo richieda. Indubbiamente il vantaggio della prossimità del punto vendita può svolgere un ruolo decisivo nell’incremento del corretto conferimento anche delle lampadine”.

Secondo una recente indagine realizzata dalla community di Friendz per Ecodom emerge, infatti, che ben il 73% degli italiani non sa che può consegnare gratuitamente i piccoli Rifiuti da Apparecchiature elettriche ed Elettroniche (Raee) ai negozi più grandi, senza alcun obbligo d’acquisto. Soltanto il 27,1% degli intervistati sa di questa possibilità, ma la maggior parte di questi (il 67,1%) non l’ha mai sperimentata direttamente.

Per questo motivo, conclude D’Amico, “le campagne di informazione e comunicazione che Ecolamp continua a promuovere non trascurano di sottolineare tutti i canali utili per la raccolta delle sorgenti luminose esauste, inclusi i servizi di uno contro uno e uno contro zero che la distribuzione è tenuta ad offrire”.

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