Pubblicato il: 10/01/2019 17:01
“Salvamamme non è una discarica. Abbiamo dignità e più di noi le persone che ci chiedono aiuto”. Scrive così su facebook Maria Grazia Passeri, presidente dell’associazione Salvamamme di Roma. Un post che, come dichiara all’Adnkronos, nasce dalla “disperazione” di dover essere spesso scambiati per una vera e propria discarica: “tante persone portano cose fantastiche, cose amate ma a volte arrivano camion con merce vergognosa”. L’associazione, che da oltre 15 anni interviene nei momenti dell’abbandono e della solitudine delle mamme e delle famiglie in condizioni di grave disagio socio-economico, in questi anni ne ha viste di tutti i colori.
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“Da noi (in via Bernardino Ramazzini, ndr) – spiega Passeri – ogni 3 minuti passano macchine o addirittura camion interi che scaricano roba. Il 50% delle cose sono perfette ma c’è un altro 50% che è raccapricciante. Il più delle volte sono privati. Ci usano come discarica e questo capita spesso”.
Basta, dunque, a vestiti sporchi, scarpe rotte e senza lacci e a cibi scaduti: “se mi intasano con cose da buttare, che non sono in buono stato, il lavoro si blocca e questo succede ogni giorno” aggiunge la presidente di Salvamamme. Il lavoro che da anni svolge l’associazione “non è beneficenza. E’ una presenza sociale paritaria che cerca di incidere nel momento del bisogno. E’ un movimento popolare di famiglie che aiutano altre famiglie in difficoltà”.
“Le persone che noi aiutiamo cercano di mantenere la propria posizione sociale”: dall’anziano che non si può permettere un vestito nuovo per andare al matrimonio di un parente alla bambina che ha bisogno delle scarpine nuove per il saggio di danza fino ad arrivare a chi ha bisogno di risistemare il look per presentarsi ad un colloquio di lavoro. Ma ci sono anche migliaia di giocattoli in buono stato e il kit valigia completo di camicie da notte per le donne che fuggono di casa dopo un maltrattamento.
“Questa città è generosa, non è solo arrabbiata. Alcune delle nostre volontarie ricamano corredini nuovi e a volte, negli abitini che ci vengono donati, ci sono anche delle letterine dove si cerca di dare coraggio alle mamme in difficoltà” afferma Passeri che aggiunge: “Vogliamo essere una gioia per gli occhi ed è per questo che cerchiamo di impacchettare ogni regalo e di creare sempre un po’ di grazia”.
“Il nostro è un lavoro delicato dove si è a contatto con neonati. Ci vuole formazione ma anche attitudine e serve una situazione di sicurezza: abbiamo tante cose che non sappiamo più dove mettere. Siamo arrivati fisicamente” afferma la presidente di Salvamamme che lamenta le difficoltà del non avere una sede centrale: “Ci meritiamo qualche migliaia di metri quadri tutti insieme”. Quanto ai finanziamenti, “la regione è l’unica che fa qualcosa per noi ma è faticoso stare dietro a tutti i piccoli bandi: ci servirebbe una bando vero per la povertà perché anche noi, come cenerentola, vorremmo incontrare il nostro principe azzurro” conclude.
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