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Sostenibilità: a Firenze il festival dell’economia civile 

A Firenze il festival nazionale dell'Economia Civile

“Persone, luoghi, comunità. L’economia che ri-genera”. Sarà questo il tema della seconda edizione del Festival Nazionale dell’Economia Civile che si terrà a Firenze (Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio) dal 17 al 19 aprile. Nato da una idea di Federcasse (l’Associazione nazionale delle Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali), promosso insieme a Confcooperative, organizzato e progettato con NeXt (Nuova Economia Per Tutti) e Sec (Scuola di Economia Civile) e con il contributo di Fondosviluppo, il Festival ha l’obiettivo di rendere concreti e connessi i modelli di sviluppo sostenibile in Italia.

Tendendo ad una nuova ibridazione che valorizza il pluralismo delle forme giuridiche e dei soggetti coinvolti, delle strategie e dei comportamenti adottati, ispirati al “bene comune”, capaci di affermare la centralità della persona e il valore del lavoro come luogo di realizzazione delle più profonde aspirazioni umane.

Tra gli ospiti attesi per la seconda edizione del Festival, i presidenti di Federcasse, Augusto dell’Erba e di Confcooperative, Maurizio Gardini; il presidente del Parlamento europeo David Sassoli; l’economista Gunther Pauli, fondatore di Zeri-Zero Emission Research Initiative; il presidente della International Economic Association, Kaushik Basu; numerosi esponenti dell’imprenditoria sociale, come Valentina Fiore e Carolina Beretta, e del mondo accademico ed istituzionale.

Tra i coordinatori delle diverse sessioni di lavoro gli economisti Leonardo Becchetti (Direttore del Festival), Stefano Zamagni, Alessandra Smerilli e Luigino Bruni (Sec). In preparazione al Festival, è stato messo a punto un ‘Manifesto di Economia Civile’ che ne riassume, in otto punti, l’essenza più profonda e le motivazioni.

L’economia civile, si legge nel “Manifesto”, ispirandosi alla grande tradizione dell’Umanesimo Civile e dell’Illuminismo italiani: sostiene il valore del lavoro e delle persone; crede nella biodiversità delle forme di impresa; promuove l’uguaglianza e l’inclusione sociale; valorizza l’impresa come luogo di creatività e di benessere; distingue tra utilità e pubblica felicità; propone una nuova idea di benessere; coltiva il rispetto e la cura dell’ambiente; costruisce percorsi di generatività per il bene comune.

Negli ultimi anni, si legge ancora nel “Manifesto” (il cui testo integrale si può consultare sul sito del Festival www.festivalnazionaleeconomiacivile.it), la corsa al ribasso sui diritti del lavoro e la concorrenza fiscale tra Paesi per attirare insediamenti produttivi hanno portato con sé una crescita insostenibile dei livelli di diseguaglianza sociale ed economica tra le persone all’interno degli Stati, in grado di minacciare la coesione sociale e la tenuta stessa delle democrazie.

Un mercato che voglia dirsi civile deve tendere a colmare divari economici e sociali, consentendo a tutti, e non solo ai più forti e ai più efficienti, di prendere parte al processo economico e finanziario attraverso l’attivazione di meccanismi di inclusione e ri-generazione di chi si trova ai margini. È questa la grande sfida che oggi l’Economia Civile ha di fronte a sé. Partendo, come sottolineato nella scelta del titolo del Festival, proprio dai luoghi intesi come spazi di vita e di lavoro che dovranno diventare sempre più ambiti nei quali coniugare crescita economica ed impatto sociale, creazione di valore, dignità e qualità del lavoro, sostenibilità ambientale.

In questo senso, risulta fondamentale il ruolo delle comunità in grado di contrastare derive isolazioniste, disuguaglianze, rottura di legami sociali profondi. Per promuovere, al contrario, relazioni di qualità autenticamente inclusive. Il Festival è preceduto da una serie di eventi sui territori che, sin dallo scorso ottobre, hanno coinvolto e coinvolgeranno in prima battuta centinaia di giovani in tutte le Regioni italiane.

Un percorso di avvicinamento fatto di momenti di incontro, formazione e di ricerca e studio delle buone pratiche aziendali, organizzative e amministrative che rappresentano semi di speranza per il futuro, ma anche la base per costruire dei percorsi laboratoriali di co-progettazione che ampliano e superano l’idea del singolo evento. In questo senso, l’invito degli organizzatori del Festival è quello di coinvolgere il maggior numero di persone, giovani, amministratori di enti locali, imprenditori partendo dalla condivisione delle loro idee e dei progetti avviati nei territori tramite quattro call for ideas. Una partecipazione libera, gratuita, aperta ad ogni forma utile di “rigenerazione civile”.

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