Pubblicato il: 14/05/2019 15:48
Sostenibilità, ovvero: migliore qualità della vita. Per la maggior parte degli italiani (96%) la principale conseguenza di un mondo più sostenibile è infatti il miglioramento della qualità della vita. Come ottenerla? Soprattutto costruendo città ‘smart’ e sviluppando una mobilità intelligente. E se la maggioranza dei cittadini (55%) ritiene che ognuno può impegnarsi per un mondo migliore, senza istituzioni e informazione non si va lontano.
È quanto emerge dalla ricerca “Sostenibilità, smart city e smart mobility”, condotta su un campione di 1.500 italiani e realizzata, in collaborazione con Doxa, dal Corporate Vehicle Observatory di Arval Italia, la piattaforma di ricerca indipendente dell’azienda del noleggio a lungo termine, nata per indagare le novità e i trend della mobilità. Secondo la ricerca, per il 62% degli italiani una migliore qualità della vita si traduce nel vivere in città meno inquinate; per il 51%, nel contribuire al risparmio di risorse come energia e acqua; per il 42% in migliori servizi di trasporto pubblico.
Un ruolo importante, per migliorare la qualità della vita, lo ricopre la mobilità, smart e sostenibile. L’81% degli intervistati si muove a piedi o in bicicletta per percorsi brevi, il 59% si informa su come guidare in modo sempre più sicuro e il 57% su come farlo in modo più pulito. Ancora, il 41% usa più mezzi quando si sposta, combinando ad esempio auto e bici o auto e mezzi pubblici.
Il 91% chiede maggiore chiarezza sui vantaggi e gli svantaggi e le situazioni in cui è meglio scegliere i diversi tipi di alimentazione dell’auto (93%). E sul fronte sicurezza, c’è chi è disposto a rinunciare in parte alla privacy, ad esempio accettando di trasmettere i dati raccolti dalla propria auto a polizia (33%), al proprio comune di residenza (32%) o alle società produttrici di dispositivi di tracciamento dati (28%). In cambio, appunto, di ottenere, in primis, una maggior sicurezza quando si è alla guida (38%).
Se il bisogno di vivere in un mondo sostenibile è condiviso all’unanimità (per l’81% è importante per ogni persona, per il 18% per i propri figli e nipoti), meno condivisa è la fiducia nel futuro: solo il 50% pensa che tra 5 anni il mondo sarà davvero migliore. Tra gli elementi di ottimismo, l’attenzione al bene dei propri figli (56%) che potrà spingere a comportamenti più virtuosi, e l’informazione (54%), ritenuta utile per far comprendere i benefici che derivano da un mondo sostenibile. Gli interessi economici (68%) e l’egoismo delle persone (55%) frenano invece la fiducia in un futuro più sostenibile.
Disposti a impegnarsi individualmente, ma chiedono di essere guidati: il 55% attribuisca al singolo cittadino il ruolo di principale promotore di un mondo sostenibile, ma la quasi totalità (94%) chiede alle istituzioni formazione nelle scuole e più informazione.
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