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Storie di riscatto dal carcere di Alba  

Storie di riscatto dal carcere di Alba

Immagine di archivio (Fotolia)

Un racconto per immagini, un progetto raccontato attraverso decine di fotografie che mostrano come una semplice attività agricola, realizzata all’interno del carcere di Alba, possa migliorare la quotidianità dei detenuti. È stata inaugurata a Milano, presso Palazzo Lombardia, la mostra fotografica “Valelapena. Storie di riscatto dal carcere di Alba”, realizzata da Syngenta, gruppo mondiale interamente dedicato all’Agribusiness, e Regione Lombardia.

La mostra fotografica, visitabile gratuitamente dal 7 al 15 novembre, consegna allo spettatore uno spaccato del progetto Valelapena, un’attività di crescita professionale che ha come obiettivo principale la possibilità di reintegro nella società per i condannati in via definitiva. Uomini che devono scontare la loro pena fra le mura del carcere piemontese, ma che si troveranno a dover affrontare di nuovo la vita fuori dal carcere, una volta terminato il periodo di detenzione.

Il progetto consiste nella cura e coltivazione di un vigneto fra le mura del carcere piemontese. Un processo di agricoltura sociale che impegna i detenuti per l’intero anno, dalla coltivazione delle viti fino alla vendemmia e alla realizzazione del vino Valelapena, poi venduto regolarmente sul mercato nazionale. Nato nel 2006 e realizzato grazie al contributo fondamentale di Syngenta, il progetto ha permesso fino ad oggi a molti detenuti di imparare un mestiere agricolo, per poi trasformarlo in un lavoro concreto una volta usciti dal carcere di Alba.

“Teniamo molto al progetto Valelapena”, afferma Riccardo Vanelli, Amministratore Delegato Syngenta Italia. “Siamo qui non solo per mostrarlo attraverso una lente diversa, ma anche per incontrarci con gli Assessori regionali e cercare di svilupparlo nelle carceri di Regione Lombardia. Ho sempre in mente le parole di uno dei nostri detenuti che, grazie alle attività svolte nella vigna del carcere, dichiara di non sentirsi vuoto, ma utile alla società, vivo e responsabile”.

Il progetto Valelapena coinvolge dai 15 ai 20 detenuti all’anno, selezionati per seguire un corso e ottenere la qualifica di operatore agricolo, per poi passare alla coltivazione attiva. Syngenta, che ha deciso di appoggiare e investire sulla sua realizzazione fin dal 2009, fornisce supporto economico, sementi, prodotti per l’agricoltura e know-how per le lezioni al carcere di Alba, per una produzione finale che si attesta sulle 1.400 bottiglie annue.

Oltre alla finalità produttiva e commerciale, Valelapena ha come obiettivo principale il recupero sociale dei detenuti che, attraverso la qualifica e l’attività svolta, hanno la possibilità di sviluppare le competenze e l’esperienza necessarie per essere impiegati nel settore agricolo o vitivinicolo una volta terminato il periodo di pena. Gli altri enti coinvolti sono l’istituto enologico Umberto 1° di Alba, che svolge il processo di vinificazione, imbottigliamento ed etichettatura, la Fondazione Casa di Carità Arti e Mestieri Onlus, che assicura la formazione professionale per Operatori agricoli regionali e il Gruppo Operativo locale composto da Amministrazione Penitenziaria, Enti locali, Servizi Sociali e Sanitari, coordinato dai Comuni di Alba e Bra.

Presente all’inaugurazione della mostra anche l’Assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi Verdi di Regione Lombardia, Fabio Rolfi che, per l’occasione, ha voluto personalmente sottolineare l’importanza dell’agricoltura sociale a livello territoriale. “Queste esperienze sono la via giusta per evitare il ritorno in carcere e esplicitare al meglio la funzione riabilitativa e rieducativa delle prigioni. I dati lo dimostrano e dobbiamo crederci, perché sono l’esempio concreto di come si possa migliorare la vita del condannato e dargli una nuova possibilità all’interno della società. L’attenzione ai deboli e ai disagiati è un elemento non molto conosciuto, ma è fondamentale nelle attività agricole odierne. Dobbiamo far emergere queste esperienze, magari anche immaginando misure regionali che possano aiutare questi progetti a consolidarsi maggiormente”.

Grazie al progetto, dal 2006 ad oggi, sono stati prodotti quasi 22.000 litri di vino, che si traducono in circa 29.000 bottiglie, per un totale di quasi 200 detenuti coinvolti. 30 di loro, una volta scontata la pena, hanno trovato un impiego stabile nel settore agricolo, mentre 20 sono tornati al loro precedente lavoro senza reiterare il reato. Un dato molto rilevante, che mostra come la possibilità di dedicarsi ad un lavoro attivo, comprendendone dinamiche e importanza sociale, possa aiutare i detenuti e reinserirsi positivamente e attivamente nella società.

“Valelapena è un progetto importantissimo per noi”, afferma Sergio Pasquali, Capo area educativa del carcere di Alba. “Lavorare attivamente e quotidianamente, da un senso alla giornata di detenzione, per persone che stanno cercando di lasciarsi alle spalle, per quanto possibile, gli errori che hanno compiuto. Molti di loro, infatti, non tornano più in carcere e non commettono di nuovo gli stessi errori. Syngenta ci supporta durante tutto l’anno e per noi è un aiuto fondamentale. Fanno sì che il progetto possa svilupparsi verso l’esterno, anche attraverso queste iniziative. Così che, anche fuori dal carcere, si possa comprendere quanto sia possibile realizzare dentro le strutture detentive”.

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