Pubblicato il: 02/08/2019 16:42
di Loredana Errico
La legge sul consumo di suolo “è una priorità del mio ministero e sarà uno dei miei primi atti”. Le parole sono del ministro dell’Ambiente, Sergio Costa e risalgono all’anno scorso, precisamente il 26 giugno 2018. Purtroppo però la legge, in stand by ormai da 5 anni, non va avanti. Tutte le forze politiche concordano sull’urgenza di adottare un nuovo testo base unificato ma le posizioni sono molto diverse.
Ad ottobre dell’anno scorso, le commissioni Agricoltura e Ambiente del Senato avevano iniziato l’esame congiunto di due disegni di legge sul tema, quello presentato dalla senatrice Loredana De Petris (Gruppo Misto) e l’altro a nome della senatrice Paola Nugnes (ex 5 stelle e attualmente nel gruppo misto). Nel frattempo però sono arrivati testi anche da Pd, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega e trovare una sintesi è sempre più difficile.
Visto l’alto numero delle proposte, dopo un lungo ciclo di audizioni, lo scorso 3 luglio le Commissioni riunite hanno deciso di costituire un comitato ristretto per l’elaborazione di un testo base entro il prossimo 26 settembre. Qualora tale termine decorra inutilmente, i relatori provvederanno direttamente alla redazione di un testo unificato, da sottoporre alle Commissioni riunite entro il successivo 3 ottobre. Alla discussione generale si procederà successivamente all’elaborazione del testo unificato e alla sua assunzione come testo base.
Si procede, dunque, a rilento per una legge “fondamentale” come spiega all’Adnkronos, la deputata Leu Rossella Muroni che ha presentato una proposta di legge contro il consumo di suolo il primo giorno di legislatura.
Secondo la Muroni, “la politica e parte del mondo delle nostre imprese scontano un ritardo culturale: continuano a pensare ai vincoli di tutela ambientale come un costo, anziché come una opportunità di innovazione e competitività, immaginano lo sviluppo come nuovo cemento e la ciminiera che fuma, anziché sostenibile e circolare. E anche se i dati economici dicono che a trainare le costruzioni sono le riqualificazioni, c’è chi non vuole capirlo”.
Altrimenti, spiega la deputata Leu, “non si spiega come mai il Paese non si sia ancora dotato di una legge per fermare il consumo di suolo, né la lentezza con cui procede in Senato l’esame dei testi che si propongono di contenerlo. Eppure è una legge fondamentale. Non solo perché il suolo è una risorsa non rinnovabile ed essenziale alla vita, ma anche in chiave anti dissesto idrogeologico”.
Bloccare il consumo del suolo, sottolinea, “significa favorire la rigenerazione edilizia, così da ridurre l’impermeabilizzazione del territorio, cavare meno materiali e tagliare le emissioni. Per questi motivi la prima legge che ho presentato in Parlamento è sul consumo di suolo e la rigenerazione urbana. Quanto sia determinante l’uso del suolo sulle emissioni lo testimonia anche l’Intergovernmental Panel on Climate Change dell’Onu, che la prossima settimana dedicherà un rapporto speciale al tema”.
“Se la politica vuole dimostrarsi utile al Paese non può limitarsi alle parole, come le tante ascoltate a sostegno dei giovani scesi in piazza per il clima negli ultimi mesi, ma deve passare ai fatti. Approvando le leggi che servono allo sviluppo sostenibile e al clima. Come quella sul consumo di suolo appunto” conclude Muroni.
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