5,59 milioni di passeggeri, ma 1.120 km di rete sono stati cancellati e sospesi altri 321 km
Nel dettaglio, 40mila persone circa prendono ogni giorno gli Intercity e 170mila l’alta velocità (tra Frecce di Trenitalia e Italo) per spostarsi su collegamenti nazionali. Le persone che prendono il treno ogni giorno aumentano sia sui treni a lunga percorrenza, in particolare con il successo dell’alta velocità, sia sui treni regionali e sulle ferrovie metropolitane (dove ci sono). Ma se in questo inizio di secolo sono state costruite nuove linee ad alta velocità per 1.213 chilometri, nel frattempo sono avvenute cancellazioni per 1.120 km e sospensioni in altri 321 km, in territori rimasti ora senza collegamenti ferroviari.
Lo rileva il rapporto Pendolaria di Legambiente che fotografa un Paese spaccato a metà, con 9 Regioni e le due Province autonome in cui i passeggeri del trasporto su ferro sono aumentati e 10 in cui sono diminuiti o rimasti invariati. Tra Firenze e Bologna, per esempio, l’offerta è al top, con 162 treni che sfrecciano a 300 km/h nei due sensi di marcia ogni giorno (erano 152 lo scorso anno, 142 due anni fa ed erano solo 18 gli Eurostar nel 2002). Non va altrettanto bene altrove: la Roma-Lido di Ostia e la Circumvesuviana perdono 60mila utenti a causa di tagli e degrado del servizio.
Cresce il numero di persone che prende il treno al nord, come in Lombardia (750mila), è triplicato dal 2001 in Alto Adige, raddoppiato in Emilia-Romagna, cresciuto di 60mila utenti in Puglia. Analoghi i successi della metropolitana a Milano (con più passeggeri delle altre 6 città italiane dotate di metro), dei tram a Firenze e a Bergamo. Molto diversa la situazione del Piemonte dove a causa delle linee soppresse i passeggeri sono calati del 4,4% mentre è drammatica in particolare la situazione in Sicilia, dove si è passati da 50.300 a 37.600 viaggiatori (dal 2009 ad oggi) in una Regione con 5 milioni di abitanti e grandi spostamenti pendolari, e in Campania dove si è passati da 413.600 viaggiatori a 308.500 (ma con un trend in risalita negli ultimi anni).
In Italia ‘ringiovaniscono’ i treni, ma non al sud. I convogli in servizio nelle Regioni ogni giorno sono in tutto 3.056, gestiti dai diversi concessionari (Trenitalia, Trenord, CTI, Atac, etc.). L’età media è di 16,8 anni, in calo rispetto ai 17,2 di un anno fa. Ma la riduzione dell’età media dei treni è avvenuta soprattutto al nord e al centro; al sud l’età media dei convogli è di 19,2 anni.
Uno sguardo oltre confine: confronto a cinque. Metropolitane, tram e linee ferroviarie pendolari: nel confronto tra Germania, Regno Unito, Spagna, Francia e Italia sui km a disposizione, il nostro Paese si piazza sul fondo della classifica. Partiamo dalle metropolitane: se Germania, Regno Unito e Spagna contano tutte più di 600 km di linee (Regno Unito in testa con 672,7), l’Italia si ferma all’ultimo posto con 239,6 km, e viene così dopo la Francia che ne conta 360.
Per quanto riguarda le linee ferroviarie pendolari, la Germania ne conta ben 2.038,2 km; il Regno Unito 1.694,8; la Spagna 1.432,2; la Francia 698,4. Anche qui l’Italia si piazza sul fondo della classifica con 672,2 km disponibili. L’unica voce i cui non siamo ultimi, ma terzi, è quella delle linee tramviarie: ne contiamo 341,8, anche se il confronto con la Germania (2.012,8) e la Francia (755,1) è impietoso. Facciamo comunque meglio di Spagna (261,3) e Regno Unito (238,3).