Verona, 8 novembre 2019 – L’etica sempre più al centro della 121ª edizione di Fieracavalli (7-10 novembre 2019) con la nuova Area Forum AGSM Il viaggio che cambia – Percorsi di turismo sostenibile. Uno spazio dedicato allo scambio di buone pratiche di responsabilità sociale e ambientale, con un ruolo di primo piano per i detenuti della casa circondariale di Montorio, in provincia di Verona. All’interno di quest’area, nel padiglione 1, si tengono gli incontri e i seminari organizzati da Earth Academy la rete europea per la cooperazione e promozione dei territori rurali, e dal Centro internazionale di studi sull’economia turistica (Ciset) dell’Università Ca’ Foscari di Venezia.
Tra gli ospiti chiamati a testimoniare la propria esperienza del “viaggio che cambia”, l’escursionista equestre Paola Giacomini che fa tappa proprio a Fieracavalli prima di rientrare a casa, dopo più di un anno trascorso in sella: domenica 10, alle ore 11, il racconto della sua avventura iniziata il 10 giugno 2018 fra le steppe delle Mongolia.
Gli arredi e le strutture dello spazio dedicato all’equiturismo sono stati realizzati dal laboratorio artigianale Reverse IN, un progetto di economia carceraria che dà lavoro ai detenuti di Montorio, gestito dallo studio di architettura d’interni Reverse. Un concept di allestimento “etico”, inclusivo e a minor impatto ambientale grazie alle soluzioni realizzative adottate, ai materiali scelti (legno da filiera certificata) e al km 0 dell’intervento.
L’iniziativa, che vede la stretta collaborazione di Fieracavalli con la casa circondariale di Montorio e Reverse impresa sociale, ha visto i detenuti impegnati sia dentro il carcere, nel laboratorio di falegnameria, sia all’esterno, nelle fasi di montaggio degli allestimenti. «La sfida del progetto è stata quella di ideare soluzioni semplici, realizzabili anche da un team di non esperti. E i nostri detenuti stanno passando l’esame a pieni voti», commenta Maria Grazia Bregoli, da sette anni alla guida del penitenziario veneto. «Un impegno crescente tra il carcere di Montorio e Fieracavalli. Così si ampliano le opportunità lavorative a favore dei carcerati, dando maggior significato alla finalità rieducativa della pena».
Oltre al laboratorio di falegnameria il carcere ospita anche una scuderia con quattro cavalli, animali che hanno subito maltrattamenti o che provengono da sequestri. «La struttura è stata aperta cinque anni fa, le stalle e i recinti sono stati realizzati con l’aiuto di Fieracavalli, mentre i corsi sono tenuti dall’associazione sportiva Horse Valley», prosegue la direttrice del carcere. «I cavalli vengono accuditi da alcuni detenuti, selezionati in base al loro percorso rieducativo e alle capacità. Partecipano ad un corso di cinque mesi e al termine viene rilasciato un certificato come tecnico addetto di scuderia. Finora nelle scuderie e nei maneggi del veronese hanno trovato occupazione almeno una decina di ex carcerati».
Queste iniziative rientrano all’interno di Fieracavalli Academy, un progetto che ha l’obiettivo di diffondere una cultura sempre più rispettosa del benessere dell’animale a tutti i livelli, e in particolare nell’ambito “Equiturismo e sostenibilità”, gestito dalla direttrice del Ciset Mara Manente. In questa direzione va anche l’istituzione di Horse Friendly, un marchio di qualità che dal 2018 certifica hotel, maneggi, ippovie, strade, parchi, agriturismi e ristoranti a misura di cavallo. Questo riconoscimento viene ottenuto rispettando un codice etico nella gestione degli animali e rispettando precisi parametri su location, accoglienza, attrezzature ippiche, offerta gastronomica e accessibilità: le strutture vengono valutate da un’apposita commissione formata da Fieracavalli e da Progetto Islander, realtà che si occupa del recupero di cavalli maltrattati, e sono consultabili tutto l’anno sul sito di Fieracavalli.
Da quest’anno, infine, è attivo il nuovo protocollo tra Fieracavalli e Alis-Associazione logistica dell’intermodalità sostenibile, che mira a ridurre le emissioni di anidride carbonica collegate al trasporto dei cavalli diretti in fiera, circa 2.400 esemplari ogni anno. Combinando i collegamenti su gomma, treno e nave, si stima un abbattimento delle emissioni di anidride carbonica tra il 40% e il 60% rispetto ai percorsi effettuati soltanto su strada.