Le tartarughe esistono da 200 milioni di anni, sono entrate nell’immaginario comune per la loro straordinaria lentezza, per il loro singolare aspetto e per la loro longevità, un esemplare, infatti, può riuscire a vivere anche oltre i 100 anni. Questa specie, apparentemente forte e potente è in realtà molto minacciata da tanti fattori diversi: l’inquinamento ambientale, la presenza di plastica sulle spiagge, infatti, compromette le nidificazioni in quanto i frammenti di rifiuti sulla sabbia alterano l’umidità e la temperatura e questo fattore provoca ripercussioni sullo sviluppo e la schiusa delle uova. La caccia è un altro motivo di questo sterminio incontrollato, per secoli le tartarughe sono state cacciate per il loro prezioso carapace utilizzato per produrre gioielli, occhiali e altri oggetti. Inoltre, circa 150 mila testuggini l’anno sono vittime di catture accidentali durante le normali operazioni di pesca professionale e del crudele commercio di animali domestici.
Tutte queste negative azioni umane non fanno altro che alimentare il rischio di estinzione. Per promuovere il rispetto verso questi animali, per incrementare la consapevolezza sul pericolo della loro definitiva sparizione e le conoscenze su questo antico rettile, nel 2020 dall’organizzazione non profit American Tortoise Rescue è stato istituito il “World Turtle Day”, la Giornata Mondiale delle tartarughe, celebrata in tutto il mondo in diversi modi: dal travestirsi da tartarughe o indossare abiti estivi verdi, dal salvataggio di tartarughe catturate sulle autostrade, alle attività di ricerca. Nonostante dall’anno della sua fondazione questa associazione sia riuscita a mettere in salvo circa 4 mila esemplari di tartaruga, purtroppo le testuggini stanno rapidamente diminuendo, molte si sono recentemente estinte, o stanno per estinguersi, e moltissime altre sono destinate a scomparire nei loro habitat di origine entro i prossimi decenni.
Il 23 maggio di ogni anno vengono organizzate numerose iniziative in tutto il mondo atte a salvaguardare questi antichi rettili, per aiutare le tartarughe a vivere bene e per mantenere il loro habitat naturale ancora intatto ognuno di noi può e deve fare qualcosa, si può, per esempio, evitare di gettare rifiuti di qualsiasi genere per strada, in spiaggia o in mare, evitare di acquistare prodotti fatti con il carapace, è bene comprare solo pesce pescato in maniera sostenibile e limitare l’utilizzo della plastica. Purtroppo anche il loro habitat naturale sta via via scomparendo ma c’è un puntino perso nell’immensità dell’Oceano Indiano dove le tartarughe e la natura rigogliosa sono le uniche protagoniste: si tratta dell’Arcipelago delle Seychelles, un luogo magico ed incontaminato e uno dei due posti al mondo dove è possibile vedere le tartarughe giganti nel loro habitat naturale. Basti pensare che ad Aldabra, il secondo più grande atollo corallino al mondo dichiarato nel 1982 Patrimonio mondiale dell’Unesco, esistono le tartarughe terrestri tra le più grandi del mondo. Il Governo di questo paradiso terrestre fa un lavoro lungo e difficile di tutela e censimento, un lavoro che è di vitale importanza per la salvaguardia di questa antica specie. Organizzare un viaggio alle Seychelles è un meraviglioso modo per entrare in contatto, conoscere ed immergersi nella vita delle testuggini, durante una gita sull’isola i turisti potranno anche incontrare Jonathan, la tartaruga gigante più vecchia del mondo che ha compiuto 190 anni, la sua età l’ha resa una celebrità tanto da essere inserita nel Guinness dei primati.
Questi giganteschi animali si muovono liberamente nelle isole, si nutrono di erbe e piante legnose e, nonostante la stazza, sono estremamente socievoli, tanto che si prestano senza problemi a fotografie e a qualche carezza. In questa situazione vulnerabile e pericolosa, una recente e bella notizia c’è: qualche settimana fa nella capitale Victoria sono nate 17 baby tartarughe giganti, venute alla luce per la prima volta in 122 anni di storia del Botanical Gardens. Queste splendide creature tra qualche anno verranno rilasciate sull’isola di Curieuse per tornare a popolare tutti gli ecosistemi dell’Arcipelago, dove potranno superare i 100 anni di età e i 200 chili di peso. Accarezzare, ammirare da vicino i lenti movimenti, osservare questi giganti buoni muoversi nel loro ambiente naturale è una bellissima esperienza che solo un viaggio alle Seychelles può regalare.