WWF: “Lotta senza quartiere alle reti fantasma, killer dei mari”
I dramma dei due capodogli trovati morti, mamma e figlio, a largo dell’isola di Palmarola nelle pontine, è purtroppo riconducibile al grave problema delle cosiddette “reti fantasma” contro cui il WWF si batte in tutto il mondo. Le reti abbandonate infatti rimangono per anni in mare e diventano dei veri e propri killer per questi pacifici giganti del mare. Probabilmente la mamma è morta cercando di liberare il piccolo dal groviglio mortale. L’alta socialità di questi cetacei fa sì che nel tentativo di soccorrere i compagni in difficoltà, si arrivi a veri e propri intrappolamenti di gruppo, come accaduto in passato nel Tirreno meridionale.
Ecco perché il WWF ha appena avviato un programma sperimentale con i pescatori delle marinerie di Anzio e Fiumicino per il recupero dei rifiuti rinvenuti in mare. Gli attrezzi da pesca vengono smarriti soprattutto a causa delle condizioni meteo marine avverse, o per l’impigliarsi delle maglie negli scogli sottomarini. Sono anche queste reti fantasma a formare le cosiddette “isole di plastica”. Il progetto prevede il coinvolgimento dei pescatori, adeguatamente formati, nella raccolta e nella differenziazione dei rifiuti issati a bordo per un periodo dimostrativo. L’obiettivo è la rimozione e lo smaltimento dei rifiuti dai fondali.
Il progetto è nel solco della più vasta campagna Stop plastic pollution contro la plastica in natura che il WWF sta portando avanti in tutto il mondo e che nel Mediterraneo quest’estate vedrà eventi, manifestazioni, progetti, promozione di comunità #plasticfree.