avvocatoinprimafila il metodo apf

Animali: squalo Mako tra le specie più a rischio, troppe catture ‘accidentali’ 

 

Il Mediterraneo vanta il triste primato della maggiore percentuale al mondo di squali e razze minacciate, con il 42% delle 71 specie valutate nella Lista Rossa delle specie minacciate dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (Iucn). Tra le specie più soggette a catture accidentali c’è lo squalo Mako (Isurus oxyrinchus), una delle 24 specie protette a livello mediterraneo ed europeo su cui vige il divieto di cattura, possesso, uccisione, commercio, trasporto e l’esposizione per fini commerciali.

Invece, questa specie continua ad essere vittima della pesca accidentale e in alcuni casi addirittura commercializzata. Come nel caso dello squalo Mako trovato sui banchi del Maas (Mercati Agroalimentari) di Catania e rivenduto come pesce spada. Un esemplare femmina lungo più di 4 metri, del peso di circa 700 kg e privo di testa e pinna. Il 23 maggio, c’era stata la segnalazione di uno squalo mako, pescato e sbarcato illegalmente da un peschereccio proprio di Catania. La specie protetta stava per essere venduta, probabilmente come pesce spada o altra specie per la quale il commercio è permesso, mettendo in luce l’ulteriore problema diffuso in Italia della frode alimentare che danneggia squali e consumatori. Secondo la guardia costiera italiana, infatti, lo squalo venduto come pesce spada è una delle tre frodi di pesca più comuni nel nostro Paese.

Sulla vicenda, interviene anche l’Oipa Italia, Organizzazione internazionale protezione animali (ong affiliata al Dipartimento della Pubblica Informazione dell’Onu) che sta valutando di procedere in sede giudiziaria al fine di accertare i fatti e l’eventuale sussistenza di una responsabilità penale per l’uccisione dello squalo mako. “E’ l’ennesima vittima della pesca cosiddetta ‘accidentale’, che uccide non solo i pesci destinati all’alimentazione, ma anche mammiferi marini e specie rare e in via d’estinzione, come in questo caso – commenta il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto – Lo squalo mako, come altre specie marine a rischio, è in declino proprio a causa della pesca, oltre che per la distruzione degli habitat e dell’inquinamento”.

Un altro episodio recente di cattura accidentale, da parte di un palangaro per la pesca al tonno è avvenuto sempre in acque siciliane. Il suo arrivo in porto a Ognina è stato documentato con un video dagli stessi pescatori. L’esemplare è stato segnalato al Gruppo Ricercatori Italiani sugli Squali, razze e chimere (Gris) e è stato donato al Museo Civico di Storia Naturale di Comiso per scopi scientifici.

“Le misure di tutela già esistono, basta solo che tutti le applichino – commenta Vittoria Gnetti, responsabile del progetto ‘Come migliorare la conservazione di squali e razze a rischio nel Mediterraneo’ di MedReAct – E’ quindi importante che i pescatori sappiano con precisione come comportarsi in caso di catture accidentali. Per questo abbiamo realizzato una guida per il riconoscimento delle specie da rilasciare in mare pensata appositamente per loro”.

L’urgenza è resa ancora più necessaria dall’allarmante declino di queste specie. Il Mako è una specie pelagica e costiera, presente anche in mare aperto, fino a 500 m di profondità. Una volta comune nel mar Mediterraneo, ora praticamente scomparsa da alcune aree, con un grave declino della popolazione del 99,99% dall’inizio del XIX secolo. Viene pescata accidentalmente dai palangari e tramagli e dalle tonnare.

Oltre la metà delle 86 specie di squali, razze e chimere del Mediterraneo è minacciata e un terzo di queste è prossima al rischio di estinzione. Questo anche perché il loro ciclo di vita, a differenza di quello di altre specie di pesci, è molto lento, il loro periodo di gestazione è lungo, il loro livello di fecondità è basso così come lo è il tasso di riproduzione. Tutte caratteristiche che li rendono particolarmente vulnerabili alle attività pesca, per la difficoltà a ricostituire le loro popolazioni.

La guida, realizzata da MedReAct è stata prodotta in collaborazione con la Società Italiana di Biologia Marina (Sibm), l’Università di Padova, il Gruppo Ricercatori Italiani sugli Squali, razze e chimere (Gris) e il Wwf e vuole essere uno strumento utile per riconoscere le specie che sono protette per legge e che quindi devono essere rilasciate, se pescate accidentalmente, e registrate sul giornale di bordo.

Il progetto è stato realizzato grazie al sostegno del Shark Conservation Fund, un’organizzazione che mette a disposizione competenze e risorse per far fronte alle minacce che affliggono li squali e le razze del mondo. Shark Conservation Fund è un progetto della Rockefeller Philanthropy Advisors.

 

 

 

Adnkronos.

Exit mobile version