Per garantire una vita serena ai cani che improvvisamente sono strappati alla loro quotidianità, e dunque destinati entrare in un canile, l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) di Piacenza ha dato vita al progetto Alternativa al canile, il cui scopo è trovare una sistemazione fuori dalle sbarre di un box per i cani oggetto di rinunce di proprietà.
Per ora sono otto i cani del progetto assistiti dai volontari dell’Oipa di Piacenza: cani provenienti dalla “cessione” di un accumulatore e che hanno bisogno di una mano per trovare una collocazione adatta. Sono Pinkie (3 anni), Pancho (3 anni), Hope (5 anni), Lea (7 anni), Marcella (6 anni), Lilly (5 anni), Baldo (3 anni), Billy (14 anni) e aspettano solo la loro occasione per entrare a far parte di una famiglia.
«Tre anni fa a seguito di un controllo del nostro nucleo ci siamo imbattuti in una situazione di estremo degrado dove un pastore aveva accumulato una trentina di cani», racconta Paola Monga, coordinatrice delle guardie ecozoofile dell’Oipa di Piacenza e provincia. «Erano magri, affamati e pieni di parassiti. Da allora, come semplici volontari, ci siamo occupati di loro, e molti hanno trovato una famiglia che li ha adottati. Tre mesi fa rimanevano otto cani e, a causa dello sfratto del proprietario, sarebbero stati trasferiti al canile di Piacenza. A quel punto abbiamo cercato di trovare un’alternativa al canile che ci permettesse trovare un’adozione anche per loro. Così è nato il progetto Alternativa al canile dedicato in particolare a quei cani che, per abitudini consolidate di vita libera, come per esempio i cani da pastore, soffrirebbero più di altri il trasferimento in canile, dove avrebbero scarsissime possibilità di adozione».
L’iniziativa è molto impegnativa per i volontari dell’Oipa, poiché ora gli otto quattrozampe vivono in un’area recintata e hanno bisogno di essere accuditi e portati a passeggio ogni giorno. «Ma siamo felici di poter dare loro questa opportunità mentre cerchiamo per questi cagnoloni una vera adozione», continua Paola Monga. «Hanno vissuto in totale libertà sulle montagne, al Passo del Cerro, quindi non sono adatti alla vita in appartamento e alla vita in città. Va invece benissimo una casa con un giardino in sicurezza. Sono tutti cani docili, sani, vaccinati, sanno andare al guinzaglio, in un mese hanno imparato tutti, e le femmine sono sterilizzate. Unico neo: non sono adatti alla convivenza con i gatti».