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Chiusi i pozzi che mettono in pericolo gli orsi in Abruzzo

Dopo il tragico evento del novembre 2018 quando tre orsi erano annegati in una vasca di raccolta dell’acqua piovana in località “Le Fossette” nel comune di Villavallelonga, esattamente dove otto anni prima erano morti nelle stesse circostanze altri due orsi, il Servizio di sorveglianza del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise ha reso noti i risultati del censimento effettuato per individuare le strutture potenzialmente pericolose per l’incolumità dell’Orso bruno marsicano nell’area del Parco e nella Zona di Protezione Esterna. La localizzazione di ben 37 strutture (vasche, pozzi, serbatoi) potenzialmente pericolose è stata comunicata ai 16 Sindaci dei comuni competenti per territorio.

Il 15 luglio l’Oasi WWF di Gole del Sagittario ha fatto mettere in sicurezza tre pozzi: uno nel comune di Anversa degli Abruzzi in località “Le Piscine” e due nel comune di Ortona dei Marsi, in località “Le Piscine di Ortona”. Per altre tre situazioni segnalate, di cui due sempre nel comune di Anversa degli Abruzzi e una in quello di Cocullo, sono stati effettuati sopralluoghi mirati per verificarne lo stato e si è potuto accertare che al momento non ci sono problemi di sicurezza.

“Quello per la tutela dell’Orso bruno marsicano è un impegno continuo per la nostra Oasi”, dichiara Sefora Inzaghi, Direttrice dell’Oasi WWF. “Si deve agire su più fronti, dalla prevenzione alla comunicazione, dal monitoraggio alla ricerca, sempre in collaborazione con gli altri soggetti coinvolti. Quando possiamo agiamo anche nei territori limitrofi perché sappiamo bene che gli orsi non conoscono i confini amministrativi e devono essere tutelati ovunque. Cerchiamo di dare aiuto a qualunque realtà ce lo richieda grazie anche alle donazioni raccolte dal WWF nell’ambito delle proprie campagne sulla tutela dei grandi predatori”. 

L’Orso marsicano, una delle specie più iconiche e rappresentative del nostro Paese, nonostante sia protetto da leggi italiane ed europee, è veramente a un passo dall’estinzione contando poco più di 50 individui nell’Italia centrale, principalmente raggruppati nel Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise: una popolazione ristretta e isolata in un territorio dalle dimensioni ridotte.
Per garantirle un futuro, chiedendo aiuto a tutti gli attori presenti sul territorio (Comuni, Regioni, Aree Protette, Enti Scientifici e Associazioni), il WWF ha lanciato una sfida ambiziosa: raddoppiare il numero di esemplari di Orso bruno marsicano entro il 2050. 

“Dobbiamo agire subito”, aggiunge Luciano Di Tizio, delegato WWF Abruzzo. “Il Parco ha fatto un buon lavoro individuando le strutture a rischio; ora però i comuni devono attivarsi per la messa in sicurezza. Dopo la morte della mamma con due cuccioli orsi a Villavallelonga, il WWF aveva coinvolto tutti i prefetti dell’areale dell’orso, chiedendo un intervento immediato, tenuto conto che i pericoli non riguardano solo la fauna selvatica, ma anche l’incolumità pubblica. Oggi torniamo a sollecitare le Amministrazioni Comunali nei cui territori ricadono le strutture a rischio. E come WWF ribadiamo la nostra disponibilità a fornire anche un supporto per le altre attività di messa in sicurezza, finanziando parte degli interventi e fornendo, ove necessario, un contributo alle operazioni con i nostri volontari presenti a luglio e agosto in quattro campi di volontariato WWF nel territorio del Parco”. 

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