Si chiama “Gli ultimi rinoceronti, l’impegno contro il bracconaggio per le specie in via di estinzione” l’incontro di giovedì 10 al Bioparco che metterà insieme gli esperti per parlare di una specie ad alto rischio di estinzione, il rinoceronte. Sarà presente anche il responsabile specie e habitat WWF Italia, Marco Galaverni che interverrà sul tema: “Conservazione del rinoceronte in situ: l’esperienza del WWF” .
In un contesto globale in cui l’affare delle specie protette rappresenta il quarto mercato illegale dopo droga, armi e esseri umani, per un giro di affari di 23 miliardi di dollari l’anno, attualmente gli ultimi rinoceronti che vivono in Africa e in Asia sono minacciati da un bracconaggio feroce ed implacabile che mira ad impossessarsi del loro corno, ritenuto, senza alcuna fondatezza scientifica, un medicinale e un afrodisiaco e pertanto venduto a caro prezzo nel mercato clandestino.
In particolare, fra le cinque specie di rinoceronti ancora presenti nel mondo, il rinoceronte bianco è fra quelle più spietatamente uccise dai bracconieri: si calcola che in Africa ne vengano uccisi in media tre al giorno. Considerato il ritmo lentissimo di riproduzione di questi animali – in media nasce solo un cucciolo ogni due, tre anni – la specie corre il rischio di scomparire in pochi anni.
Recenti dati della IUCN – Unione Mondiale per la Conservazione della Natura – sulla situazione dei rinoceronti africani parlano chiaro: dai 60 rinoceronti (neri e bianchi) uccisi nel 2006 si è passati ai 1.124 animali massacrati nel 2017, di cui 1.000 rinoceronti bianchi. Si stima che nell’arco dell’ultimo biennio siano stati venduti illegalmente più di 3.500 corni.