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Notizie pubblicate su 23 January 2019
La 10 years challenge del WWF Italia continua e lo sguardo allo situazione della natura 10 anni fa dimostra che sono tante altre le specie a rischio di estinzione, ma anche che –in questo periodo- grazie ai progetti del WWF per la conservazione delle specie, sono arrivati alcuni segnali di speranza.
Il ghepardo è una delle specie che sta vivendo un terribile calo in tutta l’Africa. In particolare nello Zimbawe, dove dal 2000 al 2016 i ghepardi sono passati da 1200 a circa 170 individui. Alla terribile minaccia della caccia e del bracconaggio, per le specie, si aggiungono deforestazione, aumento della popolazione umana ed estensione dell’agricoltura, elementi che rendono sempre più inagibili i loro habitat.
Fra il 2011 e il 2018, ad esempio, ogni anno abbiamo perso fra i 6 e 7.000 kmq di Foresta Amazzonica, dunque possiamo dire che la perdita totale di Foresta Amazzonica negli ultimi 10 anni è superiore ai 60.000 kmq.
Insieme alle specie in forte riduzione si trovano anche le rondini, che negli ultimi 10 anni hanno subito un calo del 40%. Tra gli uccelli ha fatto clamore la recentissima estinzione dell’Ara di Spix, il bellissimo pappagallo blù che ha ispirato il film “Rio”.
Purtroppo non stanno meglio gli insetti: una vera e propria crisi planetaria che qualcuno ha definito “L’apocalisse degli insetti”. In Germania alcuni ricercatori hanno constato che in 28 anni la biomassa media di insetti volanti è crollata del 76%.
“Stiamo assistendo ad una vera propria apocalisse dell’estinzione, che ha avuto negli ultimissimi anni un’accelerazione senza precedenti- afferma Isabella Pratesi, direttore conservazione del WWF Italia-. Mentre ci distraiamo con balletti e cotillons, continuando a riprodurci come se fossimo in una dimensione infinita, il mondo della natura sta andando a picco. L’importante è essere consapevoli che nel gorgo finale ci finiremo anche noi”.
Con questa consapevolezza possiamo ancora agire e dare il nostro contributo per affrontare la sfida contro l’estinzione e vincerla. Il WWF da tempo porta avanti progetti per la conservazione degli habitat, per favorire l’educazione ambientale e promuove progetti internazionali per il controllo e la lotta al commercio illegale di specie e, negli ultimi 10 anni, grazie a questo lavoro ha ottenuto anche importanti risultati, che danno segnali di speranza.
Nei confronti del gorilla di montagna persistono minacce dirette: tra queste la distruzione illegale delle foreste, lo sfruttamento delle risorse minerarie, il cosiddetto bushmeat (la caccia di foresta a scopo alimentare) e il bracconaggio, ma per questa specie –negli ultimi 10 anni- sono stati raggiunti anche importanti risultati. Ora sono oltre 1.000 gli individui di questa specie allo stato selvatico, soprattutto nel Parco Nazionale dei vulcani Virunga nella Repubblica Democratica del Congo e dal 2010 a oggi la popolazione dei gorilla di montagna è aumentata del 25%.
Negli ultimi 10 anni è stato registrato anche un aumento per gli individui della specie leopardo dell’Amur, che dai circa 30 del 2007, nel 2018 sono circa 100.
Grazie ai numerosi progetti di conservazione, è stata possibile anche la crescita di alcune specie simbolo nel territorio italiano. Gli individui di lupo appenninico in Italia erano circa 1.000 nel 2010, mentre nel 2018 sono quasi raddoppiati. Nel 1999 erano solo 3 gli orsi bruni in Trentino e sono diventati 60 nel 2002; mentre la popolazione di orso bruno marsicano in Italia, negli ultimi 10 anni è rimasta stabile con circa 55 individui.
Altro successo è quello dell’Aquila di Bonelli in Sicilia: nel 2000 erano meno di 20 le coppie nidificanti in Sicilia nel 2000, nel 2018 sono diventate 44.
Abbiamo ancora molto da fare per salvare la natura, ma partire da un piccolo contributo su wwf.it/10yearschallenge è già un’azione importante.