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Il governo preveda tutte le misure del piano antibracconaggio

“È giunto il momento di cambiare la legge affinché il bracconaggio, tra le emergenze ambientali del Paese, sia perseguito con i mezzi e le norme adeguate e infine sconfitto. Governo, maggioranza e Parlamento agiscano rapidamente, anche in attuazione di quanto stabilito dalla Conferenza Stato Regioni”.
 
Lo dichiarano Enpa, Lac, Lav, Legambiente, Lipu-BirdLife Italia e WWF Italia alla vigilia del vertice di maggioranza, in programma domani, venerdì 10 gennaio, che servirà ad attivare il nuovo Collegato ambientale, il quale conterrà anche le misure del Piano d’azione contro il bracconaggio sugli uccelli selvatici.
 
“Il Piano d’azione, a cui si è giunti anche sulla spinta della procedura EU – Pilot attivata dalla Commissione europea per la grave situazione del bracconaggio in Italia, è stato approvato dalla Conferenza per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le province autonome a seguito di un intenso lavoro istituzionale. Varie azioni di campo previste dal Piano sono già in atto ma ora è necessario e urgente che questo fondamentale strumento di tutela della biodiversità sia reso pienamente operativo anche sotto il profilo dell’adeguamento normativo e di un reale turnover del personale di vigilanza venatoria degli enti di area vasta, mutilato negli ultimi anni da blocchi dei concorsi, pensionamenti e trasferimenti forzosi.
 
“In particolare, occorre la conversione in delitto per i reati di bracconaggio compiuti nelle aree protette, per le attività di caccia esercitate fuori dal periodo consentito, per l’abbattimento di specie particolarmente protette come aquile e falchi nonché per il traffico illegale di uccelli. È altrettanto indispensabile escludere i reati perpetrati contro gli animali selvatici dalle ipotesi di cui alla norma per “particolare tenuità del fatto”. È necessario, infine, introdurre una disposizione normativa che chiarisca che la vigilanza venatoria è estesa anche alle Regioni, oltre che alle Province e alle Città Metropolitane, così da rimuovere gli ostacoli allo svolgimento delle attività di vigilanza.
 
“In Italia, nonostante il grande impegno di forze dell’ordine e associazioni, il bracconaggio continua a rappresentare una vera e propria piaga per la fauna selvatica. Solo negli ultimi mesi si sono registrati abbattimenti di specie di altissimo valore conservazionistico quali capovaccaio, ibis eremita, aquila di Bonelli, lanario, per non parlare degli enormi traffici di uccelli da richiamo scoperti grazie alle recenti operazioni condotte dai Carabinieri forestali e dal Corpo Forestale di Trento. Gli sforzi e gli investimenti messi in campo per contrastare il bracconaggio, al fine di non essere vanificati, necessitano infatti di adeguati strumenti, anche normativi, di cui attualmente il nostro ordinamento è sprovvisto. Per rispondere in maniera adeguata al crescente aggravamento di questa situazione è necessario compiere un vero e proprio “salto di livello”, operativo e normativo, che è esattamente l’obiettivo perseguito dal Piano d’azione.
 
“Ci rivolgiamo dunque al Governo, chiedendo che inserisca tutte le proposte del Piano Antibracconaggio nel Collegato ambientale e che valuti anche l’ipotesi di avvalersi di uno strumento legislativo più rapido al fine di garantire una loro tempestiva approvazione. Facciamo inoltre appello alle forze di maggioranza che parteciperanno al vertice del 10 gennaio, affinché da subito sostengano attivamente le proposte di modifica, così come ci appelliamo all’intero Parlamento, perché la lotta a questa piaga nazionale, che danneggia la natura e scredita il Paese, sia un impegno politico e morale di tutti”.

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