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Il Partito Animalista ha presentato Ricorso alla Corte Europea CEDU contro la Soglia di Sbarramento delle Elezioni Europee, onde ottenere il riconoscimento di un Seggio alle scorse Elezioni

Ieri mattina il Partito Animalista Italiano, tramite il suo presidente Avv. Cristiano Ceriello, ha presentato ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) avverso la sentenza della Corte Costituzionale che a fine Dicembre 2018 dichiarò costituzionale la soglia di sbarramento per le Elezioni Europee in Italia. E’ solo il primo passo ed il primo (quella alla CEDU) dei tre ricorsi che saranno presentati a tre Organi giurisdizionali diversi, insieme a quello
amministrativo del TAR avverso la proclamazione degli eletti e quello al Tribunale Ordinario per la nuova rimessione alla Corte Costituzionale del caso, su nuovi motivi di illegittimità della legge.

“Quello di ieri, rileva l’Avv. Ceriello, è il nostro primo passo verso la contestazione della modifica di legge che nel febbraio 2009 introdusse lo sbarramento alla legge elettorale per le europee.
Seppure la sentenza n.ro 239 della Corte Costituzionale riguarda le elezioni del 2014 e nasce su ricorso di altri partiti politici, riteniamo di avere interesse ad agire ed a ricorrere alla CEDU, perché senza lo sbarramento del 4% il 26 maggio avremmo eletto uno dei 76 Eurodeputati”. Davanti alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, difatti, si contesta la sentenza della Consulta per tre motivi principali. Il primo riguarda la mancata deliberazione della Corte
Italiana sulla eccezione di introduzione della soglia di sbarramento pochi mesi prima delle Elezioni. Si ci fa forte proprio su una pronuncia della CEDU del 2012 in un caso analogo: Ecoglasnost / Bulgaria. Le Convenzioni europee difatti dispongono agli Stati Membri di non modificare la legge elettorale un anno prima delle Elezioni, anche il Protocollo ONU dispone il divieto di modificare le leggi elettorali sei mesi prima delle elezioni. La Modifica alla Legge del 1979, di cui si contesta quindi la legittimità, fù introdotta nel 2009 a meno di 4 mesi dalla elezioni europee, violando quindi l’art. 3 del Protocollo I della Convenzione. Ancora, il Partito Animalista Italiano contesta come la Corte Costituzionale ha ritenuto legittima la soglia di sbarramento perché il Trattato di Lisbona avrebbe modificato la struttura del Parlamento Europeo più simile ad un Parlamento Nazionale, per cui sarebbe ammissibile con lo sbarramento il tentativo di evitare troppa frammentazione. L’Ufficio legale del Partito Animalista contesta l’errata applicazione della legge (violazione quindi della Convezione agli art. 6 e 7), in quanto al febbraio 2009 (introduzione dello sbarramento) non era in vigore il Trattato di Lisbona (entrato in forza solo alla ratifica di tutti gli Stati Membri, nel Dicembre 2009), bensì il precedente Trattato di Nizza.
Ancora poi, come terzo motivo, il Partito contesta la violazione degli articoli 39, 40 e 41 della Carta Fondamentale dei Diritti dell’Unione Europea: difatti l’obbligo di introduzione della soglia di sbarramento, per la decisione del Consiglio UE/Euratom n. 2018/994 del 13 luglio 2018, sarà in vigore solo a partire della Elezioni Europee del 2024. Quindi l’introduzione di una soglia di sbarramento solo in alcuni degli Stati Membri, e non in tutti prima del 2024, è in contrasto con i principi di eguaglianza del voto e di pari opportunità per i partiti politici con il principio di uguaglianza del voto il quale, in pratica, esige come il voto di ogni elettore abbia la stessa influenza sulla composizione dell’organo elettivo. Si evidenzia ad esempio come in Germania (dove tra gli altri la Corte Costituzionale Tedesca ha dichiarato per ben 2 volte incostituzionale la soglia di sbarramento alle elezioni europee) ben 3 Partiti tra lo 0.6% e 0.7% (in pratica le percentuali del Partito Animalista) hanno eletto ognuno
dei tre un Eurodeputato.

E’ solo il primo passo, perché entro l’inizio di Luglio il Partito presenterà il ricorso amministrativo al TAR sulla proclamazione degli eletti a mezzo riparto effettuato con la soglia di sbarramento, oltre che continuare con una successiva proposizione di ricorso incidentale al Tribunale Civile, con la stessa procedura che poi ha portato alla
dichiarazione di incostituzionalità del cosiddetto Porcellum prima, e poi dell’Italicum.

“Più studiamo il caso, afferma l’Avv. Ceriello, e più ci accorgiamo motivazioni anche in base ai trattati internazionali in vigore.
Speriamo solo in tempi brevi da parte della CEDU e soprattutto dei Tribunali Italiani. Purtroppo spesso non è così. Ma dobbiamo essere fiduciosi, pure perché sono in gioco principi fondamentali del nostro Stato di Diritto quale l’uguaglianza dei cittadini e del voto, nonché il diritto di rappresentatività del più organo democratico al mondo,
quale il Parlamento Europeo”.

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