La mobilitazione, denominata “La protesta dei pesci di fiume”, si è svolta Sabato 25 gennaio, in tutta Italia dalle 14 alle 17: un appuntamento convocato da 18 associazioni ambientaliste per chiedere al Ministro dell’Ambiente Sergio Costa il rispetto della Direttiva Quadro Acque, anche quando si tratta di energia idroelettrica.
L’obiettivo è bloccare progetti nei corsi d’acqua naturali che accedono agli incentivi previsti dal nuovo Decreto Rinnovabili FER 1 che provocherebbero un ulteriore danno ai nostri fiumi, già provati dagli effetti della crisi climatica, a fronte di un irrisorio contributo di energia rinnovabile.
L’Italia è tra i maggiori produttori di energia idroelettrica in Europa e la fonte idraulica, in base ai dati dell’ultimo rapporto del GSE, si conferma quella che garantisce il principale contributo alla produzione di energia elettrica nazionale da FER (43% della produzione complessiva nel 2018, in aumento rispetto al 35% del 2017) nel nostro paese. I piccoli impianti sono, però, molte volte realizzati in contesti montani che conservano un’elevata qualità ambientale. Le autorizzazioni a costruire sono spesso state date in violazione della Direttiva Acque, come dimostrano le due procedure di accertamento aperte dall’Unione europea nei confronti dell’Italia.
Per le associazioni i cambiamenti climatici in atto obbligano sempre più ad un’attenta valutazione del contesto ambientale in cui si opera e per quanto concerne le risorse idriche e i corsi d’acqua il tema si fa ancora più delicato, specialmente nell’arco alpino. È invece urgente avviare interventi di rinaturazione fluviale diffusi per recuperare le aree di esondazione naturale e restituire naturalità ai fiumi per aumentare la sicurezza, tutelarne la biodiversità e avviare una seria politica di adattamento ai cambiamenti climatici.
Gli eccessivi prelievi a scopo idroelettrico di questi ultimi anni hanno comportato pesanti ripercussioni sui corsi d’acqua che dovrebbero indurre a un ripensamento della gestione complessiva della risorsa.
Anche il WWF Siena ha aderito e partecipato alla giornata nazionale in difesa degli ecosistemi fluviali. Sono stati organizzati una serie di presidi sui principali fiumi e torrenti della Provincia di Siena per supportare “la protesta dei pesci di fiume”, l’iniziativa per dar voce a chi una voce non ce l’ha. Protagonisti dell’iniziativa sono stati decine di cittadini sui fiumi Arbia, Elsa, Merse e Ombrone.
Nonostante la pioggia, giovani e meno giovani, si sono dati appuntamento lungo le rive dei corsi d’acqua per denunciare i nefasti progetti di centrali idroelettriche che in tutta Italia mettono a rischio delicati ambienti naturali ma anche per mettere in evidenza i molti problemi che coinvolgono le acque dolci; come l’inquinamento, la presenza enorme di rifiuti (in particolare plastiche) che quotidianamente sono gettati in natura, i tagli indiscriminati e privi di senso della vegetazione riparia, gli interventi di escavazione negli alvei.
Tutte le associazioni che hanno aderito alla campagna sono unanimemente concordi: i fiumi vanno tutelati perché; oltre ad avere un’importanza strategica per l’ambiente, sono anche un fondamentale bene collettivo da preservare per le generazioni che verranno.
Tra i tanti partecipanti nel territorio senese al fianco del WWF si sono trovati i ragazzi di Fridaysforfuture, attivisti del CAI e dei comitati locali in difesa del territorio, membri del Gruppo di Acquisto Solidale “Il Melograno” e semplici cittadini.
Il WWF Siena non fermerà le azioni e le attività di sensibilizzazione in difesa di uno degli ambienti più importanti e fragili del nostro territorio: l’ecosistema fluviale.