La vicenda di M49, l’orso più ricercato del Trentino, ha dell’incredibile. Catturato ieri sera in Val Rendena, poi trasferito nell’area faunistica del Casteller, l’orso questa mattina è riuscito a scappare. Incredibile? No, solo una dimostrazione della pessima gestione delle operazioni. Un recinto elettrificato solido e con potenza adeguata è una barriera insormontabile anche per gli orsi più scaltri: evidentemente la struttura non era funzionante a dovere, dato che gli orsi non volano. Ed ancora più grave è il fatto che all’orso sia stato tolto il radiocollare, il che renderà ancora più difficoltoso tracciarne gli spostamenti durante la fuga.
Secondo le associazioni, si tratta di un mix esplosivo di imperizia e strumentalizzazioni, anche senza voler dare credito alle voci che parlano di una fuga orchestrata ad arte:
‘’Le parole del presidente della Provincia Fugatti sono inaccettabili: invece di fare ammenda, attacca strumentalmente ‘la scienza’ e vuole sfruttare l’accaduto per emettere un ordine di abbattimento nonostante il parere contrario del Ministero. Come già sottolineato anche dal parere ISPRA, sulla base dei criteri del PACOBACE (Piano d’Azione per la Conservazione dell’Orso Bruno sulle Alpi Centrali) M49 è tutt’al più da considerarsi un orso problematico solo perché ha causato danni economici ad attività produttive, favoriti dalla mancata adozione di strumenti di prevenzione adeguati, mentre la sua pericolosità per le persone è ancora da dimostrare’’ (‘potenziale’ è il termine usato dai tecnici dell’Istituto per non escludere che possa diventarlo in futuro, ma al momento non è tale).
‘’Pertanto diffidiamo la Provincia dall’intraprendere alcuna azione che possa mettere a rischio l’incolumità di M49, mentre chiediamo che sia aperta un’indagine interna per chiarire se ci sono state responsabilità o negligenze, favorite da un clima politicamente pesante, mentre è sempre più chiaro che l’area del Casteller non è adatta ad ospitare orsi garantendone benessere e sicurezza’’.
Nel frattempo le associazioni si rimboccano le maniche: nei giorni scorsi, il WWF ha donato tre elettrificatori ad allevatori ed apicoltori al confine con la Lombardia per proteggere al meglio apiari ed allevamenti.