avvocatoinprimafila il metodo apf

Leishmaniosi nel cane, nel gatto e nell’uomo: proteggere i nostri animali significa proteggere noi stessi

L’innalzamento delle temperature e le alterazioni delle stagioni, con estati più torride ed inverni più miti, stanno portando ad una presenza sempre maggiore di zecche, pulci e flebotomi, responsabili di malattie che colpiscono gli animali e i loro proprietari.

Una di queste, la Leishmaniosi, si sta diffondendo sempre più sul nostro territorio nazionale ed è ormai diventata endemica anche oltre le aree già note come la fascia prealpina, le zone collinari e non costiere del medio versante adriatico (Marche ed Emilia-Romagna) e molte aree collinari delle regioni del Nord Italia (Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Veneto, Trentino e Friuli).

Proprio un paio di mesi fa l’Istituto Zooprofilattico del Lazio e della Toscana ha segnalato in alcune località della provincia di Viterbo la presenza di flebotomi risultati positivi per Leishmania Infantum, l’unica specie autoctona in Europa, facendo scattare la massima allerta tra Asl, medici di medicina generale e pediatri di libera scelta per i potenziali rischi in caso di trasmissione.

La Leishmaniosi, infatti, è una zoonosi ed è una tra le malattie infettive più gravi e diffuse che colpisce i cani e l’uomo attraverso un insetto che fa da vettore (pappatacio o flebotomo).

È importante però specificare che non si trasmette direttamente da cane a cane ma solo attraverso la puntura dell’insetto vettore e allo stesso modo non c’è possibilità di trasmissione diretta tra cane e uomo: ci vuole sempre l’intervento del pappatacio.

Di Leishmaniosi nei vari aspetti si è parlato ieri a Roma in un convegno che ha analizzato i dati epidemiologici, di incidenza e prevalenza della malattia nel cane (principale serbatoio domestico di infezione), nel gatto e nell’uomo (considerato ospite accidentale), offrendo un parallelismo da un punto di vista clinicodi monitoraggio e per le strategie di prevenzione da mettere in atto. L’evento, organizzato da CDVET Research – Laboratorio Analisi Veterinarie in collaborazione con MSD Animal Health, azienda leader nella salute animale e particolarmente attiva nella lotta alla Leishmaniosi, ha avuto anche l’obiettivo di fornire al medico veterinario gli strumenti necessari alla diagnosi, sorveglianza, segnalazione, cura e prevenzione della Leishmaniosi, integrate secondo l’approccio One Health.

Una delle più importanti lezioni che la pandemia da virus SARS-CoV-2 ha dato al mondo intero, infatti, è stata quella di ricordare a tutti noi quanto la salute degli esseri umani, degli animali e dell’ambiente in cui essi vivono siano strettamente correlate.

Persone ed animali condividono lo stesso ambiente, vivono spesso a stretto contatto fra loro, possono essere infettati dagli stessi agenti patogeni e non di rado sono trattati con gli stessi farmaci, influenzando gli uni la salute degli altri.

Le malattie da vettore, e nello specifico quelle trasmesse da zecche, flebotomi e zanzare, sono l’esempio paradigmatico dello stretto rapporto esistente tra uomo, animale e ambiente, rappresentando un importante problema di sanità pubblica. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che ogni anno causino oltre 1 miliardo di casi umani ed 1 milione di morti rappresentando circa il 17% dei casi totali di malattie trasmissibili.

Questi, in sintesi, i principali aspetti emersi dai vari interventi:

Preservare la salute globale è possibile solo con la collaborazione multidisciplinare dei diversi settori coinvolti” – ha affermato Daniele Ghezzi, Responsabile Marketing della divisione Companion Animals di MSD Animal Health Italia. “L’approccio collaborativo del One Health, o Salute Unica, che si fonda sul legame indissolubile tra esseri umani, animali ed ecosistema è la scelta vincente per assicurare il benessere collettivo. E noi di MSD Animal Health siamo da sempre al fianco dei professionisti della salute affinché si faccia squadra per raggiungere obiettivi comuni e condivisi”.

Exit mobile version