L’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) chiede su quali basi si sia convocato oggi il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica sulla questione lupi in Trentino. Se nulla è stato fatto per favorire la serena coesistenza dei lupi sul territorio attraverso opere di prevenzione e una corretta azione d’informazione ed educazione, come si può mettere all’ordine del giorno un tema simile? Inoltre, cosa può decidere il Comitato in merito a una specie protetta da norme nazionali e internazionali e senza parere degli organi preposti al controllo (Ministero della Transizione ecologica e Ispra)?
«Attendiamo una risposta dalla Provincia autonoma di Trento che chiarisca questi punti per non dover concludere che, ancora una volta, si voglia affrontare la questione delle rare aggressioni imputabili a disattenzione o imprudenza umana con metodi da Far West, mettendo mano al fucile, come vorrebbe il presidente Maurizio Fugatti», commenta il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto.
L’Oipa ricorda che l’ultima Relazione grandi carnivori redatta dalla stessa Provincia di Trento afferma che “i dati raccolti nel loro insieme fanno stimare, nel 2020, una consistenza minima pari a 17 branchi (o gruppi familiari)”, branchi in via di “rapida colonizzazione”. Da allora cos’ha fatto la Pat per prevenire eventuali attacchi? Si ripropone il tema delle lacune già emerse nella gestione degli orsi.
Va ribadito che nell’Unione europea il lupo è protetto dalla Direttiva Habitat e la sua caccia non è consentita. Occasionalmente, in circostanze particolari (es.: lupi ritenuti problematici per la pressione predatoria sul bestiame localizzata in particolari aree o situazioni), alcune deroghe alla Direttiva possono essere temporaneamente applicate purché sia mantenuto lo “stato di conservazione soddisfacente”, della specie interessata nella sua area di “ripartizione naturale” (art. 16 della Direttiva comunitaria Habitat 43/92). Oipa chiede: ci sono questi presupposti? E, contestualizzando l’incidente di Folgaria in seguito al quale è stato convocato il Comitato, purtroppo è morto un cane lasciato libero nell’habitat dei lupi e un cane non appartiene certo alla categoria “bestiame”.
«Ripetiamo quel che abbiamo già più volte affermato in occasione delle aggressioni degli orsi: l’uomo deve rispettare l’habitat degli animali selvatici e quando si trova nella “casa” dei grandi carnivori dev’essere più che prudente. Ancora una volta, invece di investire sulla prevenzione, sull’informazione, sull’educazione, la Provincia di Trento si distingue per proporre “soluzioni mano armata», conclude Comparotto.