In occasione della Festa della Mamma, onoriamo il sentimento della maternità che, ogni giorno, si prende cura dei propri pargoli non umani. Perché il cuore non guarda se piangi, miagoli o guaisci. Il cuore guarda e basta
La maternità è un sentimento, non uno stato. La tenerezza, il senso di protezione e di aiuto, la preoccupazione, la cura verso un altro essere vivente è maternità. Nell’accezione più completa del termine, salvo forse non aver messo al mondo la creatura che si ama. Ma ci sono altri modi per ‘far nascere’ o meglio, rinascere, un essere vivente indifeso.
Ed è qui che entra in campo l’amore. Perché se salvi una bestiola dalla strada, se l’adotti da un allevamento, se la fai arrivare dalla Grecia piuttosto che dalla Sicilia o dalla Calabria e le dai una famiglia, una casa piena d’amore e di cure, hai appena ri-messo al mondo una vita. Perché per tantissime persone, incredibilmente equilibrate, empatiche, socievoli, buone, i quattrozampe sono figli.
“Mamma raccontami di quando ti sei innamorata di me e hai deciso di portarmi a casa con te”
Oggi, Festa della Mamma, vogliamo raccontarvi alcune storie di mamme umane a quattrozampe. Perché il cuore non guarda se piangi, miagoli o guaisci. Il cuore guarda e basta.
Si diventa mamme a quattrozampe fin da piccole perché “mamme di gatti lo si è fin da bambine. Auguri alle mamme. E perciò anche a me”, dice Letizia, che abita a Milano e, oltre ai suoi, si prende cura dei mici in tutta Italia con l’associazione Gatti Non Parole.
Nadia, invece, nella sua Bologna ha fatto una scelta ancora più “difficile”, ma solo in apparenza. Ha imparato a essere mamma dei “giocattoli rotti”, mici disabili solo nella nostra testa, piccoli Gian Burrasca col pannolino che regalano amore incondizionato: “Non ho vissuto la maternità umana, quindi su di loro riverso tutte le caratteristiche di una mamma e confesso che con loro mi sento davvero madre, soprattutto coi diversamente abili. Fiera quando raggiungono i loro traguardi, protettiva quando li vedo in pericolo, ansiosa quando stanno male, divertita quando giocano tra loro, rassegnata quando combinano marachelle, amorevole quando li guardo dormire, nostalgica a ripensare ai primi tempi che arrivarono. Insomma, tutto questo e molto altro. Come festeggerò? Godendo della loro presenza nella mia vita, perché mi hanno reso una persona migliore, una madre di figli pelosi”.
Cinzia abita in Toscana, ha due figli umani e Kelly, la sua bambina pelosa: “Dirò una banalità, ma avere dei pelosi vuol dire che la famiglia ha dei nuovi membri da amare, accudire, proteggere proprio come dei figli non pelosi e proprio come loro, ti danno tanto amore, soddisfazioni, preoccupazioni e anche dolore. Vorrei aggiungere che sono anche maestri di vita, soprattutto per i bambini umani, in ogni casa, in ogni famiglia dovrebbe esserci un peloso e perché no due o tre o… L’amore per i figli pelosi e umani, non è una cosa astratta, la puoi toccare per quanto è forte”.
Rosaria è calabrese: “Io non ho altra famiglia oltre loro, quindi non sono mai stata mamma in altro modo. So che le loro fusa sono la musica più bella del mondo e ascoltare il battito dei loro cuori mi fa sentire in pace con l’universo. Non penso festeggerò la festa della mamma, non ho mai festeggiato da quando la mia di mamma non c’è più. Per me, con loro, è festa ogni giorno, ogni monelleria, ogni traguardo, ogni gioco, ogni tutto insieme a loro. E dopo aver sconfitto la gastrite della mia Patata mannara, che mi ha fatto spaventare come poche altre volte, è una festa ancora più grande”.
Giuseppina, romana, felicemente madre anche di ‘bipedi’, festeggerà non solo con i bimbi pelosi di casa ma anche con quelli di cui si prende cura in gattile: “Il mio Simba è arrivato nella nostra casa in un momento in cui serviva un collante. Lui ci ha uniti e regalato tanti momenti di condivisione, poi è arrivato Whisky che ha chiuso il cerchio, completando il nucleo familiare. L’amore per loro era talmente grande che ho deciso di dividerlo con i mici di un gattile che non hanno la loro fortuna, e sarà con loro che festeggerò una parte della giornata dedicata alla mamma, perché loro ti amano incondizionatamente, per quello che sei, senza chiederti nulla”.
Patrizia, padovana, ama i cavalli e tutti gli esseri viventi: “La mia casa ha visto tanti pelosi e anche qualche piumoso entrare e uscire. Accompagnarli per la vita, fino alla fine, è sempre stata una sessione di umanità, anche dolorosa, ma ci ha insegnato tutte, assolutamente tutte, le facce dell’amore”.
Chi ha ‘figlietti’ pelosi ha la fortuna di accogliere nella vita un po’ della magia delle favole
Per Valentina, psicoterapeuta napoletana ma romana inside, ci vorrebbe un libro, come dice lei. Non solo in casa ha uno zoo, ma raccoglie, stalla, cura, riporta a nuova vita per poi donare loro meravigliose famiglie gatti e cani come se piovesse. Non si volta mai indietro. “Come per ogni altro rapporto d’amore, amicizia, sentimentale, filiale o materno, essere compagni di vita con loro prevede il coinvolgimento del ‘pensarsi con’. E non c’è nulla come il rapporto con loro, che svela lo stile di come siamo, anche negli altri rapporti. Tutto qui. E dici niente! Con la differenza che dipendono da noi, tutta la loro vita. Chi ha ‘figlietti’ pelosi, ma vorrei dire anche fratelli e sorelle, ha la fortuna di accogliere nella vita un po’ della magia delle favole. Quella magia che c’è ovunque, ma che spesso non cogliamo. Sicché, spesso, sono ispirazione e cura a vivere anche il resto in modo differente. Se dovessi sintetizzare, sono un’occasione, una chiave in più per leggere e vivere la vita, anche in modi altri. Non tutti ne colgono l’essenza. Basta vedere quante volontarie o quanti volontari poi, dicono di non amare gli esseri umani, per esempio. Ma loro ci permettono di rompere stereotipi: sta a noi, cogliere”.
Valérie ha cominciato la sua nuova vita, dopo tanti anni, con un tigratino simpaticissimo, poi ha fatto come le ciliegie, uno tira l’altro: “Ho ripreso un peloso dopo tanti anni e ora ne ho quattro. Loro mi hanno cambiato la prospettiva di vita e mi hanno dato uno scopo ben preciso. Sto cambiando la mia vita in funzione di questo. Danno Amore incondizionato e in ognuno di loro ritrovo una parte di me. Il mio obiettivo è creare un associazione per aiutarli e aiutare chi aiuta loro. Con l’amore si può tutto. Grazie a loro festeggio tutti i giorni giocando, coccolandoli e anche viziandoli. Sono i miei Bambini pelosi. E aiuto Gattili e canili come posso, per ora. E ringrazio Dio tutti i giorni per averli nella mia vita”
Laura è veneziana, si prende cura dei cani e dei gatti del territorio: li stalla, li cura e dona loro amore in una casa a misura di gatto in cui la regina è Hope, una dolcissima cagnolina: “Non so se mi posso definire mamy dei miei pelosi. In modo affettuoso e convenzionale mi piace definirmi così. Non ho il paragone con l’esperienza, che mi possa far pensare di essere tale. Devo dire che il mio amore per gli animali e in particolare per i felini mi appartiene fin dalla tenera età, tanto che lo definisco “viscerale”. Certo è vero che i gesti e gli atteggiamenti nei loro confronti sono materni, tuttavia, visto il loro essere eterni bimbi (viene a mancare, quindi, la difficoltà di seguirli anche in uno sviluppo sociale) credo che ciò che mi spinga sia la mia attitudine al “prendermi cura”, dato che ne ho sempre seguiti molti fino al loro ultimo respiro. Che poi si voglia ricondurre questo “prendersi cura” alla maternità lo trovo molto riduttivo, dovrebbe essere in primis una missione per tutti”.
Ho lanciato il cuore oltre la ragione, e mi sono fatta un regalo immenso
Paola vive a Ravenna e, da sempre, ama gli ultimi, quelli che nessuno vuole. Se guardi dentro i suoi occhi scuri sprofondi in un mondo d’amore infinito: “Oggi ho la bella opportunità di provare a dire con le parole ciò che il cuore pensa ogni giorno. Quando una persona decide di diventare la mamma di un bimbo peloso, decide prima di qualsiasi altra cosa, persino ancora prima di sapere che vuole dare una seconda possibilità ad un cuoricino in difficoltà, prima ancora di sapere che vuole provare a ridare dignità e amore a chi è stato ferito nel corpo e nell’anima, prima ancora di tutto questo decide di farsi un regalo immenso. Un regalo a sorpresa, un regalo per coraggiosi, un regalo per chi, dopo aver tanto e giustamente riflettuto, decide di lanciare il cuore oltre la ragione e di fare il passo. Il regalo sarà vivere una vita diversa e meravigliosa, una vita dove, incredibilmente per i nostri tempi, l’IO viene con semplicità e senza sacrificio messo da parte per il LORO. Ed è così che a poco a poco ci si renderà conto che questi esserini sono magici, perché ci faranno capire che il cuore può scoppiare di gioia anche per piccoli momenti di felicità quotidiana, per piccoli progressi, per piccole conquiste, per lunghi sonni insieme o per brevi pisolini, per la salute ritrovata dopo una malattia, per una serenità nel loro sguardo che pensavamo perduta nella cattiveria subita. Sono la mamma di tre splendidi tigrini, tutti e tre meravigliosi “giocattoli rotti”, sono una mamma che ogni giorno che il Cielo manda su questa terra si dice “ma perché non l’ho fatto prima”. E sono una persona che purtroppo non sarà riuscita a dirvi quanto tutto questo sia un regalo di cui nessuno, nella propria vita, dovrebbe mai privarsi”.
Marcella vive a Milano ma ha il cuore caldo dei siculi, e un girotondo d’amore felino per casa: “Io mamma di pelosi? Lo dico a bassa voce per non farmi sentire, sapete sono in sette e sono ovunque, in ogni dove. In realtà più che la loro mamma mi sento la loro figlia! Mi coccolano, mi baciano, mi impastano e come se non bastasse, mi commuovono ogni giorno, ogni istante della loro vita con me! Non potevo avere figli migliori, e lo dico ancora a bassa voce: ben educati, bambinizzati, qualcuno mi aiuta nelle faccende domestiche, con strofinacci a pulire casa e se ho qualche difficoltà ad aprire una bottiglia, eccone uno sempre disposto ad aiutarmi! E poi per me sono bellissimi tutti. Da quando mi hanno adottata, non guardo più tv o quasi, loro sono lo spettacolo più bello, unico, straordinario, che è un gran peccato per chi non riesce a goderselo. Come festeggio? Tutti i giorni è festa, con loro accanto è felicità!”
Alessandra, veronese, è la mamma di tre mici adottati dall’angelo dei gatti di Reggio Calabria: “Loro sono i miei bimbi, tutti adottati da Daniela a Reggio. Non ho figli miei, ma non mi sento meno madre solo perchè loro tre sono gatti. Loro sono la mia famiglia e io sono la loro. Ci vogliamo bene, giochiamo insieme, do loro da mangiare, una casa sicura e le cure necessarie se si ammalano. In cambio ricevo tanto tanto amore che riempie la mia casa e il mio cuore. Non potrei vivere senza di loro perchè perderei una parte di me. Sono tre creature diverse una dall’altra, con caratteri completamente diversi, come penso accada con i figli. Danno gioia e amore tutto il tempo senza chiedere niente salvo le coccole e le pappe, e sono anime pure e gioiose. Uno di loro mi dà la sveglia la mattina con leccatine in testa, una mi chiama per essere spazzolata, l’altra fa le capriole per avere coccole e giocare, sono fantastici”.
Amarli significa andare a comprare i cibi migliori per loro, ed essere contenti di andare per noi al discount
Dulcis in fundo, Elisabetta, fiorentina. Avvocato in pensione, mamma di tre splendidi figli umani, nonna meravigliosa di tre nipoti, per far adottare i gatti di Daniela, anni fa, si è inventata il miciocamper e ha attraversato l’Italia, dalla Calabria al Nord, con una ventina di micetti, solo per amore. I suoi gatti, come tutti del resto, hanno una storia a sé, ma spesso e volentieri sono quelli che nessuno ha voluto, o rimandato indietro due volte, come Giulietta, o come il micino nero relegato in una stanzina al buio per il colore del suo pelo: “Gli animali hanno sempre fatto parte della mia famiglia. Non sono la classica gattara e canara che vive esclusivamente per loro. Ho una famiglia, molto grande, ma i pelosi sono equiparati ai miei figli, con la sola differenza che i figli crescono e diventano autonomi, loro no. Vanno comunque sempre protetti e salvaguardati come bambini di due e tre anni. Vuol dire per loro andare a comprare i cibi migliori, e andare per noi al discount ed essere contenti, intendiamoci. Vuol dire curarli, sorvegliarli, come nel caso di Dondolo, quando va in bagno di notte – ormai ho l’orecchio e li distinguo tutti – perché bisogna assicurarsi che non sia caduto, ed eventualmente va pulito, esattamente come mi alzavo di notte per cambiare il pannolino ai miei figli quand’erano piccoli. Non festeggio la festa della mamma per il semplice motivo che, quando la notte ho Lavinia sulla testa, Snowbell che dall’altra parte mi accarezza con la zampina focomelica, Dondolo da sei anni che mi dorme sui piedi, è una festa tutti i giorni, sempre, con loro. Come con i bambini”.