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ORSI DEL TRENTINO. COSA DICE DAVVERO IL RAPPORTO ISPRA-MUSE SUI COSIDDETTI “ORSI PROBLEMATICI”

Comparotto: «Strumentale e decontestualizzato dall’assessore Zanotelli un passaggio in uno studio che afferma molto altro a tutela degli orsi»

 

L’assessore all’Agricoltura, foreste, caccia e pesca della Provincia autonoma di Trento, Giulia Zanotelli, per giustificare eventuali futuri abbattimenti di orsi ha utilizzato un singolo passaggio del Rapporto Ispra – Muse decontestualizzandolo: uno studio che dice molto altro. Per questo motivo l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) lo diffonde integralmente, invitando anche la stessa Amministrazione guidata dal presidente Maurizio Fugatti a leggerlo e a studiarlo bene.

L’assessore Zanotelli ha affermato in una nota stampa che il Rapporto «risulta sostanzialmente in linea con le conclusioni del documento redatto dalla Provincia, confermando che la rimozione mediante abbattimento di determinati soggetti problematici diventa un’opzione necessaria ed inevitabile».

Ma ecco solo tre passaggi che dimostrano la tesi della ricerca, che nel complesso afferma come l’abbattimento e anche la captivazione (sconsigliata) siano misure da adottarsi in casi limite, opportunamente studiati e verificaticome anche previsto dal Piano d’Azione interregionale per la conservazione dell’Orso bruno sulle Alpi centro-orientali (Pacobace).

 

Si legge nel Rapporto:

 

Delle azioni di prevenzione e dissuasione l’indagine tratta ampiamente nelle Conclusioni (v. pagg. 22 e 23). In sintesi Ispra e Muse scrivono:

 

In questo scenario, il Rapporto evidenzia che:

 

«Ringraziamo Ispra e Muse per aver portato più chiarezza nel delicato tema della gestione degli orsi in Trentino», commenta il presidente dell’OipaMassimo Comparotto. «Nell’ultimo anno abbiamo assistito a una gestione convulsa e impulsiva da parte della Provincia autonoma di Trento condotta dal presidente Maurizio Fugatti a colpi di ordinanze di captivazione e abbattimento senza alcuna riflessione etologica e scientifica. Ci auguriamo che questo studio aiuti la Pat a cambiare rotta, su un percorso rispettoso degli animali, troppo spesso vittime di scorretti comportamenti dei visitatori nel loro habitat. Al contempo, a tutela delle greggi e delle fattorie, auspichiamo che siano finalmente messi in atto gli efficaci strumenti di dissuasione, altrove utilizzati con successo».

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