L’Ente Nazionale Protezione Animali (Enpa) e l’Organizzazione Internazionale Protezione Animali (Oipa) esprimono profonda amarezza per l’ordinanza emanata oggi dal Tribunale amministrativo di Trento in relazione al ricorso che le due associazioni hanno presentato per la sospensiva degli atti della Provincia autonoma di Trento che hanno portato alla cattura per la captivazione permanente dell’orso identificato con la sigla M57.
«Un ricorso», affermano le due associazioni, «che è parte di una grande azione legale che stiamo portando avanti in ogni sede, compresa quella del Consiglio di Stato, affinché alla popolazione ursina del Trentino, simbolo di biodiversità nazionale, venga assicurato il rispetto delle norme e delle migliori condizioni. Siamo infatti estremamente preoccupati per le condizioni di M57. Condizioni inequivocabilmente portate alla luce e descritte dettagliatamente nella relazione della delegazione di tecnici inviata al Casteller dal Ministero dell’Ambiente lo scorso settembre. Da allora, infatti, non c’è stato alcun miglioramento per gli orsi anche a causa dello stress provocato dai lavori di adattamento del Casteller. Questa struttura, assolutamente inadeguata, non può e non deve diventare la prigione di altri esemplari».
«Tanti poi i dubbi che rimangono da sciogliere», concludono Enpa e Oipa. «A cominciare dall’istruttoria postuma di cinque giorni rispetto alla cattura di M57, scattata a seguito di un contatto tra l’orso e un carabiniere avvenuto in una zona boschiva, di notte nei pressi del lago Andalo. Continueremo a lavorare insieme per ridare libertà e dignità a M57 e ai suoi compagni di prigionia».