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Quando il cane diventa anziano, cosa bisogna sapere?

Come cambia la cura del cane con il passare degli anni?

Quando un cane diventa anziano? Purtroppo non c'è una risposta univoca a questa domanda,
perché dipende da molti fattori, come la razza o le dimensioni del cane. In linea di massima però,
come suggerisce MYLAV (www.mylav.net) – laboratorio di analisi veterinarie privato con
un’esperienza ventennale a servizio di medici veterinari, liberi professionisti, di tutta Italia – e
generalizzando un po’, si può considerare un cane maturo dopo i 7 anni di età e anziano dopo
gli 11, quando cominciano a cambiare i suoi fabbisogni alimentari e di movimento.
Tuttavia, il limite dei 7 anni è da considerarsi molto indicativo. Generalmente, i cani di taglia piccola
(come ad esempio Yorkshire Terrier, Maltesi, Pinscher nani e Chihuahua) hanno aspettative di
vita maggiori rispetto a quelli di taglia gigante (come Alani, San Bernardo, Mastini Napoletani e
Terranova). Se i cani di taglia grande difficilmente superano i 12-13 anni, le razze “toy” possono
arrivare facilmente anche a 15-17 anni di vita.
“Dal punto di vista medico veterinario quello che conta non è tanto l’età anagrafica, quanto la
condizione generale del cane che si sta osservando o visitando – spiegano gli esperti di MYLAV –
Ci possono essere cani di undici anni assolutamente in forma e soggetti della stessa età con
importanti evidenze di senescenza, più o meno accompagnate da sintomatologie. È quindi solo
sulla base dello stato di salute del singolo individuo che si decide se fare indagini di
approfondimento o intraprendere un certo percorso medico o chirurgico o, anche solo, suggerire
un cambio dello stile di vita o di alimentazione per il singolo soggetto”.
Quali sono le principali malattie del cane anziano?
Tra le principali malattie del cane anziano è possibile evidenziare le patologie croniche osteo-
articolari (fenomeni artrosici) fortemente compromettenti per la dolorabilità e le insufficienze o
disfunzioni di organi che interessano in prima battuta cuore, reni e fegato. Queste disfunzioni
possono celarsi nelle fasi iniziali, se non ricercate con check-up periodici programmati, e
manifestarsi inizialmente con sintomi molto variabili e generici, quali abbattimento o diminuzione
dell’appetito, ma anche più specifici come difficoltà respiratoria, aumento di volume dell’addome,
tosse, aumento della frequenza e quantità di urine emesse oppure letargia, ittero e diarrea.
Vi sono poi malattie endocrine come il morbo di Cushing ed il diabete mellito. “La diagnosi di
queste malattie richiede indagini specifiche, soprattutto dosaggi ormonali, ma si possono
approntare spesso delle terapie efficaci che riescono ad allungare la vita all’animale” proseguono
da MYLAV.

Nei cani anziani, la principale causa di decesso è legata alle malattie oncologiche che possono
colpire qualsiasi organo ed apparato. Sono, ad esempio, molto comuni i carcinomi della
mammella, i linfomi, le neoplasie testicolari, il mastocitoma ed i sarcomi dei tessuti molli.
Analizzando i dati in funzione di diversi fattori di rischio individuali (razza, sesso, età), si può
osservare che, tendenzialmente, nei cani di razza pura si registrano tassi di incidenza superiori
rispetto ai cani meticci, sia per quanto riguarda le neoplasie benigne sia per le maligne.
Prendendo in considerazione le singole razze tramite il calcolo del Standardized Morbidity Ratio
(SMR), inteso come il rischio relativo di una razza rispetto alla popolazione media di sviluppare
una neoplasia, si evidenzia che alcune razze possano avere un rischio nettamente superiore di
sviluppare una neoplasia, come, ad esempio, i boxer (SMR=4), gli schnauzer (SMR=3,6), i
dobermann (SMR=2,6). Al contrario, razze come il setter inglese e l’epagneul bretone sembrano
evidenziare rischi inferiori rispetto alla media della popolazione (SMR = 1).
Prendendo in considerazione la variabile sesso, si osserva un tasso di incidenza superiore nelle
femmine rispetto ai maschi. Questo dato è spiegabile dall’elevata incidenza di neoplasie
mammarie, che rappresentano circa il 50% di tutte le neoplasie diagnosticate nei cani di sesso
femminile.
Analizzando i tassi di incidenza in funzione dell’età del paziente al momento della diagnosi, si può
osservare un aumento del rischio già a 4 anni di età, raggiungendo il picco di incidenza tra i 10-12
anni. La patologia oncologica assume quindi particolare rilevanza nel paziente adulto-
anziano.
“Come per l’oncologia umana, anche negli animali la possibilità di intervenire su queste patologie è
basata su una diagnosi precoce senza la quale diventa sempre più complesso trovare soluzioni.
Per questo motivo, quando il cane inizia ad avvicinarsi alla vecchiaia, è fondamentale ridurre i
tempi tra una visita veterinaria e l’altra per essere sicuri di prendere sul nascere eventuali malattie.
Solo con la prevenzione, infatti, è possibile salvaguardare la salute dei nostri amici a quattro
zampe, per scongiurare loro eventuali malattie e sofferenze, per farli rimanere con noi il più
possibile” concludono gli esperti.

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