Non bisogna fare di tutta l’erba un fascio: conosciamo l’erba dei prati, quella che possiamo seminare a casa, comprando delle semplici bustine di comuni semi di loietto, orzo grano, così come quelle speciali, Valeriana o Nepeta Cataria, particolarmente apprezzate dai nostri gatti. Di queste ultime basta loro sentirne l’odore per andare in visibilio, pur non creando nessuna dipendenza, per il piacevole senso di eccitazione che sono in grado di suscitare.
L’erba può avere diversi ruoli, anche per dei non erbivori: è apportatrice di microrganismi che possono arricchire la flora intestinale, è fonte di fibra grezza, fornisce elementi nutritivi. I cani ingerendo steli di erba riescono a ripulirsi lo stomaco, depurarsi, liberarsi dagli eccessi di succhi gastrici o da eventuali corpi estranei. I gatti, invece, possono eliminare il pelo che ingeriscono leccandosi per le quotidiane pulizie a cui si sottopongono. In entrambi gli esempi,
l’erba svolge una funzione meccanica.
Quando l’erba non viene ben masticata, i suoi fili solleticano lo stomaco, provocano un movimento delle sue pareti, di quelle dell’esofago e di quelle dell’intestino. Da qui il vomito, che facilita l’espulsione di cibo non digerito o di piccoli corpi estranei come sassolini, semi di piante o noccioli di frutta, se posizionati nella parte alta dell’apparato digerente. Mangiare l’erba può stimolare l’evacuazione attraverso le feci, se il corpo estraneo è posizionato a livello di intestino.
L’erba non è, però, solo una strategia adottata dai nostri cani e gatti per stimolare la peristalsi: può anche essere uno strumento di arricchimento ambientale per gatti annoiati da una vita monotona e solitaria solo casalinga, così come un utile deterrente per evitare che mangino le piante d’appartamento (alcune delle quali possono essere velenose) o naturale fonte di acido folico (vit. B 9), indispensabile nel processo di emopoiesi e quindi utile a contrastare le anemie.
Ma cosa fare nel caso in cui il nostro animale vomita e continua a mangiare l’erba per forzare l’espulsione di ciò che gli dà fastidio? MYLAV (https://saluteanimale.net/#chi-siamo), laboratorio di analisi veterinarie – insieme al supporto della Dr.ssa Magda Gerou Ferriani (medico veterinario specializzata in medicina interna per piccoli animali) e del Dott. Enrico Bottero (medico veterinario esperto in Citologia apparato gastroenterico e respiratorio, Endoscopia, Malattie Respiratorie, Gastroenterologia) entrambi esperti MYLAV – hanno voluto fare il punto sulla tematica, dando anche qualche utile consiglio su come comportarsi per evitare che il sintomo peggiori e diventi
grave.
“Le cause del vomito possono essere molteplici, da quelle molto semplici a quelle più complesse come cause alimentari, parassiti, medicinali, disordini endocrini / metabolici, tossine, patologie addominali, patologie gastriche e patologie intestinali – spiega la Dr.ssa Magda Gerou Ferriani – Gli esami di laboratorio che spesso si eseguono, in base ai vari casi, sono l’esame emocromocitometrico, il profilo biochimico (inclusi gli elettroliti), l’analisi completa delle urine, e un esame coprologico (incluso l’esame della Giardia)”.
Per quanto riguarda l’ingestione di erba occasionale con vomito, questa non va considerata anormale se si tratta di un evento sporadico. Del tutto anomala è però l’ingestione continuativa di erba, associata ad appetito capriccioso e rifiuto del cibo, vomito abbattimento, continua masticazione, salivazione eccessiva o leccamento delle superfici. Questi ultimi atteggiamenti, infatti, possono essere espressione di problemi comportamentali o organici, da distinguere e quindi da riferire al proprio medico veterinario il prima possibile.
Frequenti episodi di vomito potrebbero, infatti, essere i sintomi di una gastrite da iperacidità, di una dieta sbagliata o non equilibrata, di allergie o intolleranze, oppure l’animale potrebbe aver ingerito un corpo estraneo di cui non riesce a liberarsi. Inoltre, anche pancreatiti o problemi epatici possono manifestarsi attraverso ripetuti e continui episodi di vomito.
“Se un proprietario vuole gestire in maniera autonoma alcuni disturbi digestivi del proprio animale domestico potrebbe provare a cambiare la dieta. Questa è l’unica strategia che un proprietario può intraprendere prima di portare il paziente in ambulatorio – spiega il Dott. Enrico Bottero – risulta invece spesso dannoso, seppur temporaneamente efficace, l’utilizzo di farmaci antiacidi come la ranitidina o l’omeprazolo somministrati in autonomia senza che siano stati prescritti dal veterinario curante”.
Se il cane mangia l’erba, cosa fare, allora? Interromperlo o lasciarlo fare? Ricapitolando, il mangiare l’erba può essere un qualcosa da considerarsi normale, un sintomo legato a una problematica organica o anche una semplice manifestazione di stress, noia o ansia. Quanti di noi, ad esempio, sanno che il movimento della mandibola, e dunque la masticazione, ha conseguenze fisiologiche molto importanti: aumenta la produzione di endorfine e serotonina nel cervello con conseguente effetto benefico sull’umore, così come può abbassare il livello di cortisolo e di adrenalina, favorendo uno stato di rilassamento?
Fondamentale è distinguere il vomito dal semplice rigurgito. Il vomito è un atto che coinvolge molti organi e muscoli, ha un tempo piuttosto lungo di preparazione ed è un segno che può essere patologico, ma non sempre. Il rigurgito, invece, è quasi sempre associato a patologia, nonostante sia meno evidente e meno plateale nella manifestazione e spesso preoccupa meno il proprietario, il quale quindi sbaglia a sottovalutarlo. Nel caso di rigurgito, l’espulsione di sostanza avviene in modo improvviso passivamente, senza salivazione, conati o contrazioni addominali.
E allora visto che potrebbe non essere così semplice fare i giusti distingui, per togliersi qualsiasi dubbio, vale un solo suggerimento: chiedere sempre un consiglio al proprio Medico Veterinario di fiducia.