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Regolamentare la caccia sul versante laziale del Parco d’Abruzzo

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Notizie pubblicate su 15 January 2019

Proteggiamo la vita

© ArchivioWWF/F.Cianchi

Per riportare l’attenzione della Regione Lazio sul tema dell’area contigua e dell’attività venatoria sul versante laziale della Zona di Protezione Esterna del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (PNALM), è stato necessario il ricorso delle Associazioni ENPA, LAC, LAV e WWF al Consiglio di Stato e la conseguente ordinanza del 14 dicembre 2018 che ha sospeso, per la stagione in corso, l’attività venatoria nelle zone “adiacenti al Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise”, nelle aree critiche dei “Monti Ernici” e “Monti del Cicolano” e “nelle zone speciali di conservazione (ZSC) con la presenza dell’Orso bruno marsicano”. 
Nei prossimi giorni, la Regione Lazio incontrerà i sindaci del territorio e i rappresentanti del PNALM per avviare il percorso di definizione dell’area contigua nel versante laziale. Il WWF apprezza l’iniziativa, ma ritiene che tale percorso, già nelle fasi di partenza, non possa prescindere dal coinvolgimento delle associazioni ambientaliste che da anni si battono per l’istituzione dell’area contigua e per rendere i calendari venatori più rispettosi della normativa di settore e della fauna.
Il WWF chiede, dunque, l’istituzione di un tavolo di coordinamento allargato agli enti e alle associazioni, propedeutico alla definizione dei confini dell’area contigua e dei criteri di gestione della stessa.
 
L’articolo 32 della Legge n. 394/1991, Legge quadro sulle aree protette, prevede che:
 

Le aree contigue rivestono una straordinaria importanza ed è grave che la Regione Lazio (come tante altre regioni italiane) non abbia mai provveduto a istituirle dal 1991 ad oggi. È fondamentale regolamentare la caccia nel territorio inserito nel loro perimetro limitandola, come recita la legge, ai soli residenti dell’area protetta e dell’area contigua. Questo perché è necessario contenere il numero dei cacciatori in queste “aree-cuscinetto” che nel Parco in questione hanno ancora più importanza essendo territori dove vive l’Orso bruno marsicano, specie a serio rischio di estinzione (ne sopravvivono solo 50 esemplari).
Si ricorda peraltro che, anche se manca l’atto formale, il Tribunale amministrativo del Lazio, con la sentenza n. 8640/2012 ha affermato che l’area contigua, visti i precedenti protocolli firmati tra Regione e Parco, è di fatto istituita per cui devono essere applicati i contenuti dell’art. 32 della Legge n. 394/91.
È arrivato quindi il momento di definire in maniera chiara l’area contigua e i suoi confini, senza tentare accordi al ribasso. 
 
Il WWF ribadisce che è fondamentale un coordinamento tra le tre Regioni interessate dal Parco (Abruzzo, Lazio e Molise), in modo da garantire una gestione uniforme e condivisa dell’area contigua del PNALM, non solo rispetto all’attività venatoria, ma anche in riferimento agli altri settori su cui questo istituto va a incidere. In Abruzzo la perimetrazione dell’area contigua è stata definita con la Deliberazione di Giunta Regionale n. 480 del 5 luglio 2018: di fatto la sua gestione non è ancora partita, ma nel prossimo calendario venatorio non si potrà più rimandare la sua concreta applicazione. In Molise, invece, l’area contigua è stata definita e approvata già dal 2008, con la Deliberazione di Giunta regionale n. 802 del 29 luglio 2008.
 
La salvaguardia dell’Orso bruno marsicano deve essere l’obiettivo principale e la guida per ogni decisione che riguardi la gestione del territorio, come l’ordinanza del Consiglio di Stato dello scorso dicembre ha ricordato a tutti: l’Orso è una specie protetta e l’interesse di conservare il suo habitat deve ritenersi prioritario, anche sulla “pretesa regionale di garantire più spazi e più occasioni di prelievo alla comunità dei cacciatori nell’esercizio dell’attività venatoria”. 
A ciò va aggiunto che va tenuta presente anche la sicurezza dei cittadini che sempre più numerosi scelgono di frequentare i sentieri delle aree all’interno e limitrofe al Parco: non si può rischiare di mettere in pericolo, come purtroppo la cronaca spesso ci racconta, chi ama la montagna e la natura e vuole passare il tempo libero, anche con la famiglia, all’aria aperta. 
 

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