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Toscana: Nuovi SIC marini e aree marine protette

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Notizie pubblicate su 14 January 2019

tartaruga, generazione mare

© wwf italia

Il 29 Novembre scorso si è tenuto a Rosignano Marittimo un convegno, organizzato dalla Regione Toscana, avente come tema “Toscana: nuovi SIC marini e aree marine protette, informazioni a confronto”.
Il convegno ha posto l’attenzione su un’effettiva protezione degli ambienti marini, vista l’enorme quantità di specie, vegetali e animali, presenti nelle aree marine Toscane e nel Tirreno stesso, con un confronto diretto con i pescatori.

Al convegno sono intervenuti F. Fratoni (assessore all’ambiente e alla difesa del suolo, G. Sammuri (presidente del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano), G.Tarzia (direttore marittimo Livorno), C.Mancusi (ARPAT LI), S. Ventrella ( biodiversità Regione Toscana), G. Guarneri (Regione Toscana), Coordinatrice Gilda Ruberti.

L’argomento principale di tutti gli interventi ha riguardato la zonizzazione delle aree marine circostanti le isole comprese nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, il controllo da parte della Guardia Costiera delle medesime aree e l’istituzione, nel prossimo futuro, di nuovi SIC marini, peraltro già previsti dalla Direttiva Habitat – Rete natura 2000 come da direttiva Europea, quale ampliamento del così detto santuario dei Cetacei (Pelagos), istituito appunto per la salvaguardia dei cetacei ed in particolare del Tursiope ( che in questo caso è diventata la specie TARGET). 

Poco tempo è stato concesso alla discussione e agli interventi dei partecipanti.

Durante il convegno è subito emerso che i pescatori professionisti iscritti nel registro toscano, circa 550 unità fra piccole imbarcazioni e pescherecci, si oppongono decisamente all’istituzione di questi SIC marini perché ritengono che nel Tirreno toscano sono già presenti grosse porzioni di mare con limitazione della pesca. Nel caso che tutto il programma di aree protette dovesse prendere corpo, loro (i pescatori) intendono partecipare, al tavolo delle trattative, alle decisioni di zonizzazione. Purtroppo nel corso degli interventi da parte dei pescatori non è emersa nessuna considerazione riguardo alla pressione della pesca nel Tirreno, in molti casi operata da marinerie di altre regioni che, in passato, hanno realizzato gravi danni agli habitat marini e agli stock ittici  lungo le coste dell’Argentario e dell’Uccellina. Il Delegato di Legambiente Mare ha dichiarato che la pesca industriale non mette a repentaglio la biodiversità; affermazione molto opinabile in chiara opposizione a quanto detto dalla Delegata WWF Mare FRATI, che ha sottolineato il forte inquinamento del Mar Mediterraneo (che già di per sé è un fattore limitante la biodiversità),  ribadendo che la pesca industriale, in passato e anche adesso, sommandosi agli effetti del riscaldamento globale, sta minacciando seriamente sia la qualità che la quantità degli organismi marini. 

Una importante considerazione riguarda proprio la BIODIVERSITA’:  durante i lavori questa parola è stata pronunciata più volte, ma senza approfondire o comprendere cosa si intende veramente per biodiversità,  dato che l’unica biodiversità che sembra importante è il tursiope, mentre altre specie ugualmente cardine  come la Caretta caretta, che viene già relegata in secondo piano, o le moltissime specie di pesci in pericolo non sono degni di essere menzionati. Nessuno ha osato evidenziare che anche il tursiope e i cetacei in genere necessitano, per vivere, di tutte le biocenosi marine in salute e che tali biocenosi comprendono centinaia di specie animali e vegetali.

Gli ulteriori interventi che sono seguiti hanno visto le dichiarazioni di: F.Cianchi WWF Oasi, che ha sottolineato che un SIC completo all’Argentarola, con regolamenti più restrittivi alle attività di diving durante il periodo estivo e nelle ore notturne, porterebbe vantaggi alla esigua popolazione di Berte lì nidificanti; Giovanni Cappelli del WWF Siena ha preso la parola cercando di far capire l’importanza della biodiversità marina delle Isole Formiche di Grosseto, dove un SIC anche di dimensioni ridotte porterebbe vantaggi ad un ambiente unico dal punto di vista delle biocenosi bentoniche.

Ottimo l’intervento della L.Marzili (Dipartimento di ecotossicologia dell’Università di Siena) che ha fatto notare quanti pochi SIC siano stati considerati nel mare della Toscana meridionale.

Sicuramente eccellente la proposta di L.Venturi, (presidente del Parco Regionale dell’Uccellina) per l’istituzione di un SIC lungo la costa prospiciente il Parco, associando a questo sia l’estuario del fiume Ombrone sia le isole Formiche di Grosseto, evidenziando che già tutta l’area, poco o per niente impattata da insediamenti balneari, poco inciderebbe sulle attività economiche ed, in più, sarebbe facilmente sorvegliabile dalle autorità costiere e dai quardia-parco.

In conclusione vogliamo evidenziare come WWF che la Regione Toscana già 9 anni fa aveva pubblicato un interessante ATLANTE DELLA BIODIVERSITA’ (BioMarT) con il sottotitolo “Individuazione di biocenosi vulnerabili e hotspot di biodiversità in ambiente costiero di substrato duro e censimento di specie rare nel mare della Toscana”. Purtroppo a distanza di 9 anni poco o nulla si è fatto per l’effettiva protezione di questi ambienti quando già risultava da studi preliminari (1992), decisamente esaustivi, l’enorme quantità di specie, sia vegetali che animali, presenti nei nostri mari. Tutto è rimasto fino ad ora sulla carta. Speriamo che questo sia l’inizio di un ravvedimento.

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