Roma – Quando, a partire dagli anni Cinquanta, Ara Güler fu reclutato da Henri Cartier-Bresson per l’Agenzia Magnum divenendo corrispondente per il Vicino Oriente – prima per Time Life e poi per Paris Match e Stern – non avrebbe mai immaginato che le sue foto di Istanbul in bianco e nero avrebbero presto rappresentato la preziosa testimonianza di un’umanità adesso quasi cancellata dalla memoria.
Agli scatti del fotografo di origine armena, conosciuto come “l’occhio di Istanbul” per le sue immagini che pongono la città sul Bosforo al centro della sua vita e della sua arte, è dedicata la mostra che, fino al 3 maggio, porta al Museo di Roma in Trastevere alcune fotografie dell’archivio dell’artista, composto da oltre due milioni di scatti.
Lucido osservatore della storia e della società turca, il fotoreporter è scomparso poco più di un anno fa. In mostra, alle 45 vedute in bianco e nero di Istanbul, con i poetici scorci di Beyoğlu, Galata, Haliç, si affianca una sezione di 37 immagini, dedicata ai ritratti di personaggi illustri del mondo dell’arte, della letteratura, della scienza e della politica, incontrati da Güler. Tra questi, Sophia Loren e Federico Fellini, Bernardo Bertolucci e Antonio Tabucchi, Papa Paolo VI e Winston Churchill.
Dopo la tappa romana – che si potrà visitare da martedì a domenica dalle 10 alle 20 – il percorso dedicato al fotografo “Master of Leica”, proseguirà il suo viaggio alla volta Mogadiscio.