Mondo – Non solo uomini e donne dalle gambe lunghe e affusolate. C’è anche un Alberto Giacometti delle xilografie, delle acqueforti, delle incisioni a bulino, delle fotografie realizzate dall’amico Ernst Scheidegger che, dal 1943, ha documentato con immagini e filmati l’attività artistica e la vita privata dello scultore svizzero.
Espressione di una profonda ricerca, l’intero corpus grafico dell’artista sarà esposto, accanto a oltre quattrocento fogli e a numerosi libri d’artista provenienti dalle principali istituzioni internazionali e da importanti collezionisti privati, al m.a.x. museo di Chiasso dall’8 marzo al 13 settembre, nell’ambito della mostra “Alberto Giacometti. Grafica al confine tra arte e pensiero”.
Tra le sale del museo svizzero – nato nel 2005 per divulgare la conoscenza della grafica, del design, della fotografia e della comunicazione visiva contemporanea – la rassegna documenterà la straordinaria padronanza delle molteplici tecniche grafiche, dalla xilografia all’acquaforte e alla puntasecca, da parte di uno scultore che vedeva nel disegno e nella sua trasposizione sulla matrice il fondamento estetico e concettuale su cui costruire le opere pittoriche e plastiche.
“Di qualsiasi cosa si tratti, di scultura o di pittura, è solo il disegno che conta” ebbe modo di affermare lo stesso Giacometti. Ognuna delle quattro sezioni in cui è suddiviso il percorso espositivo dedicato all’artista, prossimo e al tempo stesso autonomo rispetto a personaggi come Jean-Paul Sartre, Simone de Beauvoir, Samuel Beckett, presenterà al pubblico anche un dipinto, un disegno o una scultura particolarmente significativa per comprendere il rapporto tra i diversi mezzi di espressione.
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