Vista del Tempio della Concordia dal Giardino di Villa Aurea. Courtesy Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi di Agrigento
Tra cespugli di macchia mediterranea, piante esotiche e rare, i visitatori potranno scoprire i resti di una necropoli paleocristiana ricca di tombe e ipogei, lasciando poi spaziare lo sguardo su spettacolari scorci dei templi magno-greci e sulle campagne coltivate a mandorli e ulivi, fino all’azzurro del mare.
Ma il nuovo percorso è anche un’occasione per conoscere la storia – bellissima e amara – di un personaggio chiave nella storia della Valle dei Templi: “un mecenate d’altri tempi che ha veramente fatto rinascere la Valle e a cui dobbiamo moltissimo”, spiega il direttore del Parco archeologico e paesaggistico agrigentino Roberto Sciarratta, che racconta: “Quando Hardcastle riuscì a rialzare le colonne del Tempio di Eracle riportandolo alla vista finì sulla copertina del Times”. Tuttavia negli ultimi 90 anni a ricordarlo è rimasto solo un busto bronzeo nel giardino di quella che un tempo fu la sua casa. E ad Agrigento, per indicare un individuo sopra le righe, si usa ancora l’espressione “pare l’inglese scordato ai templi”.
Ma chi era Alexander Hardcastle? Fino a che punto il suo destino si intreccia con le vicende di uno dei più preziosi siti archeologici italiani? Qual è la storia di Villa Aurea?
Il capitano ha 49 anni quando giunge ad Agrigento in treno, da turista. Si è battuto nella Guerra Anglo-Boera e nella Prima Guerra Mondiale tra le fila della Royal British Navy, ma la sua passione più grande è l’archeologia. Nel 1921 il concetto stesso di “Valle dei Templi” è ancora da venire. Nonostante le splendide parole ispirate a Goethe già nel 1787, i resti maestosi dell’antica Akragas appaiono coperti di sterpaglie e ospitano pascoli, ovili, abitazioni di campagna. Per Hardcastle è amore a prima vista.
Nell’indifferenza generale si mette al lavoro: acquista terreni, li ripulisce, vi porta acqua ed elettricità, finanzia scavi e restauri. Ad aiutarlo c’è soltanto l’archeologo veronese Pirro Marconi, marito di quella Iole Bovio Marconi che sarà tra i primi direttori del Museo Archeologico Nazionale di Palermo e ne salverà i reperti dai bombardamenti del ‘43.
Grazie all’impegno dei due tornano alla luce i templi di Eracle, Vulcano, di Esculapio, quello dei Dioscuri, nonché la cinta muraria orientale di Akragas e le fondamenta del tempio di Demetra nascoste sotto una chiesetta medievale. Hardcastle acquista una villa a ridosso delle rovine e ne fa la propria dimora: la chiama Villa Aurea, in omaggio alla vicina Porta Aurea da cui nel 210 a.C. i soldati romani entrarono in città dopo sei mesi di assedio. Nonostante i pessimi rapporti tra l’Italia e l’Impero britannico, il Sir finisce sulla copertina del Times con i templi sullo sfondo. Ma nel ‘29 il crollo di Wall Street travolge la banca in cui sono depositati i suoi averi. Il capitano tenta il tutto per tutto vendendo Villa Aurea allo Stato italiano. Non basta: la depressione lo consuma, fino al ricovero nel manicomio di Agrigento, il più grande e tra i più degradati d’Europa. Morirà di lì a poco, il 27 giugno del 1933, dopo aver espresso il desiderio di essere sepolto nel cimitero di Bonamorone, nel punto più vicino al muro di cinta dove chiede che sia aperta una piccola finestra: per guardare i “suoi” templi per l’eternità.
Dal 2008 Villa Aurea è la sede di rappresentanza del Parco, teatro di mostre e manifestazioni culturali. Il giardino di Hardcastle sarà visitabile a partire da domenica prossima 25 agosto con ingresso incluso nel biglietto di accesso alla Valle dei Templi. Qui il pubblico potrà scegliere tra un’ampia rosa di percorsi guidati: dall’itinerario classico alle visite teatralizzate tra le suggestive luci dell’alba o del tramonto, fino alla discesa negli ipogei o a un viaggio tra le macchine edili del mondo antico, per scoprire come furono costruite le gigantesche architetture della Valle.
Per ulteriori informazioni, prenotazioni e biglietti il sito di riferimento è www.parcodeitempli.it.
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