Guercino (1591 – 1666), La morte di Cleopatra, 1648, Olio su tela, 173 x 287 cm, Genova, Musei di Strada Nuova – Palazzo Rosso | Courtesy Musei di Strada Nuova, Genova
Guido Reni (1575 – 1642), San Sebastiano, 1648, Olio su tela, 127 x 92 cm, Genova, Musei di Strada Nuova – Palazzo Rosso | Courtesy Musei di Strada Nuova, Genova
“In parte rinnovato, l’allestimento si sviluppa su un piano e per il momento può accogliere 15 visitatori per volta, in linea con le nuove disposizioni in materia di sicurezza. Negli spazi di solito riservati alle esposizioni temporanee abbiamo collocato il meglio dei Musei di Strada Nuova: un’offerta quasi da mostra, che arricchisce la visita con un valore aggiunto di altissima qualità”, spiega il direttore. Da Palazzo Rosso, dove stanno per iniziare importanti lavori di adeguamento, sono arrivati i gioielli della storica Collezione Brignole-Sale: “pittori veneti del Cinquecento da Palma il Vecchio a uno strepitoso Paolo Veronese, meravigliose opere di Guercino dalla fase giovanile – come Dio Padre con l’Angelo – alla enorme Cleopatra morente, fino alla Cuoca di Bernardo Strozzi e al nostro blockbuster, il San Sebastiano di Guido Reni”.
L’occasione è propizia per ammirare dal vivo i tesori che abbiamo imparato a conoscere durante il lockdown attraverso la fortunata campagna social messa in piedi dai Musei su Instagram e Facebook – “con pochi mezzi, grazie a una giovane collaboratrice senza un contratto stabile, il cui contributo si è rivelato prezioso per trasformare le idee in realtà” – e che sono spesso in giro per il mondo, in prestito per prestigiosi eventi espositivi. Il prossimo è in programma per il 2021 alla National Gallery of Art di Washington e in Italia lo vedremo probabilmente alle Scuderie del Quirinale, che hanno collaborato alla realizzazione del progetto. “L’inaugurazione negli Stati Uniti era prevista per maggio, prima che il coronavirus bloccasse tutto”, racconta Raffaella Besta: “La mostra si chiama A Superbe Baroque ed è dedicata alla scena artistica di Genova tra il Seicento e il Settecento. La partecipazione della città è stata enorme. Come Musei di Strada Nuova saremo presenti con 25 prestiti tra sculture e dipinti, mobili e disegni”.
Intanto l’offerta culturale di Genova riparte con i Musei di Strada Nuova in prima linea.
Paolo Caliari (Veronese) (1528 – 1588), Giuditta con la testa di Oloferne, 1580 circa, Olio su tela, 195 x 176 cm, Genova, Musei di Strada Nuova – Palazzo Rosso | Courtesy Musei di Strada Nuova, Genova
Quale forma prenderà questa fase inedita e delicata in Via Garibaldi?
“Sono molto felice della risposta positiva che il pubblico ci ha dato nello scorso weekend. Nonostante l’orario ridotto e gli ingressi contingentati credo che esserci sia importantissimo anche solo dal punto di vista simbolico. Siamo nel cuore della città, nella strada più bella di Genova che appartiene al Patrimonio dell’Umanità Unesco. Una sorta di distretto culturale, di cui fanno parte anche storici spazi privati come Palazzo Lomellino, che ha già riaperto con il suo bellissimo giardino segreto. Facciamo parte di un gruppo di musei civici distribuito su 30 chilometri e stiamo cercando di fare sistema: ogni museo al momento è aperto per tre giornate alla settimana con uno schema a scacchiera, in modo che ogni giorno ci sia qualcosa da vedere in città. Il Galata Museo del Mare è visitabile quasi per intero, grazie a un percorso circolare che ben si adatta alle norme sulla sicurezza attualmente in vigore. E dal 16 giugno aprirà il Museo di Villa Croce con una mostra di arte contemporanea su Raimondo Sirotti, un pittore ligure scomparso da poco. Ma è inutile nasconderlo: il crollo del turismo rende questo momento particolarmente difficile per noi e per tutti i musei civici”.
Jacopo Negretti detto Palma il Vecchio (Circa 1480 – 1528), Madonna col Bambino tra i santi Giovanni Battista e la Maddalena, Olio su tavola, 71 x 108 cm, Genova, Musei di Strada Nuova – Palazzo Rosso | Courtesy Musei di Strada Nuova, Genova
Come risponderete al nuovo scenario?
“Ci stiamo ponendo delle domande sulla nostra missione, per esempio ci chiediamo se possiamo essere di aiuto alla scuola. Con il Comune stiamo lavorando a dei progetti in questa direzione: accanto al museo c’è una scuola elementare il cui giardino confina con i nostri spazi. Sarebbe bello che a settembre gli ambienti del museo potessero diventare un posto per fare lezione in modo nuovo, vista la carenza di aule che la scuola dovrà affrontare. Come storici dell’arte, inoltre, potremmo offrire dei contenuti all’università. Stanno venendo a galla tante idee nuove, che però in Italia non è facile trasformare in fatti: solo per aprire un piano del nostro museo abbiamo dovuto fare un lavoro incredibile dal punto di vista burocratico. Mi piacerebbe disporre delle strutture organizzative, del personale e delle risorse che vedo nei musei internazionali a cui prestiamo le nostre opere. Riaprendo ci siamo resi conto di quanto siamo importanti per il centro di Genova e per la nostra strada, dove i commercianti ci stavano aspettando e ora hanno adattato i loro orari ai nostri giorni di apertura. Abbiamo un costo, è vero, ma anche un valore notevole, non immediatamente quantificabile. Questa fase complessa ha dei lati positivi: è bello poter ripensare la natura del museo, quello che possiamo offrire al pubblico e alla comunità”.