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Da Artemisia a Caravaggio, i capolavori del Museo e Real Bosco di Capodimonte volano in Texas

Caravaggio (Michelangelo Merisi), Flagellazione di Cristo, 1607, Olio su tela, 286 x 213 cm, Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte, Proveniente dalla Chiesa di San Domenico Maggiore a Napoli, Proprietà del Fondo Edifici di Culto del Ministero degli Interni

Mondo – Anima e sangue, mito e bellezza, martirio e passione attraversano l’Oceano per raggiungere, da Napoli, gli States.
Mentre Donald Trump, per far fronte all’emergenza coronavirus, chiude le frontiere americane ai viaggiatori in arrivo dall’Unione Europea, l’Italia “ferita” omaggia il Texas di alcuni dei suoi migliori gioielli.
Arrivano dal Museo e Real Bosco di Capodimonte le 40 opere esposte al Kimbell Art Museum di Fort Worth, in Texas, in occasione della mostra Flesh and Blood. Italian Masterpieces from the Capodimonte Museum, in corso fino al prossimo 14 giugno.


Parmigianino, Antea, 1535-1537, Olio su tela, 135 x 88 cm, Napoli, Museo Nazionale di Capodimonte

Gli appassionati di arte potranno ammirare, oltreoceano, i più rappresentativi capolavori del Rinascimento e del Barocco italiano. Il percorso espositivo è un avvincente viaggio attraverso le principali conquiste artistiche della pittura rinascimentale e barocca italiana, dal martirio cristiano alla mitologia, tra intimità e devozione privata.
Da Tiziano a Raffaello, da Annibale Carracci ad Artemisia Gentileschi – presente con Giuditta che decapita Oloferne – e ancora Jusepe Ribera e Luca Giordano, la mostra si presenta come potente un trionfo di stili e sentimenti diversi con scene ora commoventi ora stravaganti, ora violente, ora seducenti.

Accanto al famoso ritratto di Antea del Parmigianino e all’incantevole Danaë dipinta da Tiziano per il nipote del papa, il cardinale Alessandro Farnese, si potrà ammirare in mostra La Pietà di Annibale Carracci e l’Atalanta e Ippomene di Guido Reni oltre al Sileno Ebbro di Ribera e alla Vergine del Purgatorio di Giovanni Battista Caracciolo.


Guido Reni, Atalanta e Ippomene, 1620-1625, Olio su tela, 192 x 264 cm, Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte

Tra i prestiti eccezionali arrivati dal museo napoletano, la Flagellazione di Cristo di Caravaggio, opera che con la potenza dei suoi colori mostra la forte influenza dell’artista sul tenebrismo napoletano di artisti come Gentileschi o Massimo Stanzione. Realizzato tra il 1607 ed il 1608 e conservato nella sala 78 del Museo nazionale di Capodimonte, il dipinto, secondo il resoconto di Giovanni Pietro Bellori, fu commissionato per adornare la cappella della famiglia de Franchis nella Chiesa di San Domenico Maggiore a Napoli. La Flagellazione di Cristo è la tela di formato più grande e monumentale delle opere eseguite dal pittore alla fine del suo soggiorno nella napoletano.

Le possenti figure di Cristo e dei suoi aguzzini, immortalate come in un’istantanea fotografica, preparano il martirio con gesti essenziali, avanzando dall’oscurità quasi totale dello sfondo, in cui si intravede la colonna a cui Gesù è stato legato. Una luce investe i personaggi, indaga i dettagli naturalistici e contribuisce alla resa del dramma, di cui viene sottolineato principalmente l’aspetto umano.
Lo sguardo dell’osservatore si posa quindi sulle misteriose nature morte di Giovan Battista Recco, Giovanni Battista Ruppolo e Andrea Belvedere, sui loro fiori che, ammiccando al tumultuoso arazzo storico di mecenati, pittori e dipinti tessuti nella Napoli del XVII secolo, sbocciano coraggiosamente.


Tiziano Vecellio, Danae, 1545-1546, Olio su tela, 172 x 120 cm, Napoli, Museo Nazionale di Capodimonte

 

 

Fonte

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