Giacomo Balla, Tennis + paesaggio, 1928, Olio su tela 35 x 45 cm | Courtesy Futurism&Co Art Gallery Rome
Giacomo Balla, Velocità + luci, 1913 circa, Olio e vernice su carta intelata 60 x 104 cm | Courtesy Futurism&Co Art Gallery Rome
Nel corso della sua vita Futur-ism ha partecipato all’organizzazione di 155 esposizioni sul Futurismo, collaborando con grandi musei come il Guggenheim Museum di New York, il Centre Pompidou e il Musée d’Orsay di Parigi. Ma nel 2000, quando Futur-ism è nato, Carpi era già uno dei più noti collezionisti italiani di arte moderna. “Il mio primo quadro – ha raccontato all’agenzia ANSA – fu un Mirò senza titolo che pagai 60 milioni, quanto mi costò la casa che avevo appena comprato. L’ho rivenduto e oggi avrà un valore di almeno tre milioni e mezzo di euro”. La collezione di Carpi annovera opere di Maestri storici del Futurismo come Balla, Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Luigi Russolo, Gino Severini, a cui si sono aggiunti nel tempo nomi di spicco degli anni Venti e Trenta, da Fortunato Depero a Tato ed Enrico Trampolini. Di Balla Carpi conobbe le figlie, Elica e Luce, da cui acquistò una cartolina legata alle vicende familiari dell’artista.
Giacomo Balla, Studio per Affetti, 1910, Olio su tavola, 68 x 52 cm | Courtesy Futurism&Co Art Gallery Rome
Dalla realtà di Futur-ism nasce anche la Galleria Futurism & Co, gestita da Francesca Carpi, la figlia di Massimo, che in due anni e mezzo di vita ha già ospitato nove mostre sul Futurismo e sui suoi protagonisti. Tra i primi spazi di cultura a riaprire nella capitale, dal 18 maggio è tornata ad accogliere il pubblico con i capolavori di Balla, Boccioni, Depero dell’esposizione permanente e con il progetto I quattro elementi. Visioni futuriste, a cura di Antonio Saccoccio e in programma fino al 18 luglio. Secondo Filippo Tommaso Marinetti, gli uomini sono “domatori di forze primordiali” e contemporaneamente hanno il compito di amplificare l’energia delle forze naturali ingabbiata dalla civiltà. Nell’allestimento grandi opere del secondo Futurismo dialogano con i quattro elementi fondamentali: dall’aria, al centro dell’aeropittura che questi artisti lanciarono con entusiasmo, alle fiamme vivificatrici: “Perché chiederci se il fuoco che portiamo in noi finirà per bruciare noi stessi?”, scriveva Boccioni, “Che cosa importa? Purché si possa propagare l’incendio sul mondo!”.
Giacomo Balla, Folla + paesaggio, 1915, Collage di carte colorate applicate su tela 152.5 x 66.7 cm | Courtesy Futurism&Co Art Gallery Rome
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